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SmartStart: Piano ministeriale d’incentivo alle giovani imprese

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[dropcap size=big]L[/dropcap]a disoccupazione giovanile oggi risulta essere uno dei mali più difficili da combattere nel nostro paese. Ed ecco che nascono le start-up, per giovani imprenditori che vogliono mettersi in gioco ed entrare all’interno del mondo economico avendo pochi rischi e usufruendo di agevolazioni fiscali. Il termine inizialmente coniato nel mondo economico per identificare il periodo di avvio di nuove società è oggi simbolo di speranza per molti giovani che incentivati da piani d’investimento agevolati decidono di mettersi in gioco nel campo dell’imprenditoria.

E’ in questo quadro che s’inserisce il progetto Smart-Start. Smart&Start Italia agevola progetti che prevedono programmi di spesa d’importo compreso tra 100 mila e 1,5 milioni di euro (al netto dell’iva), per acquistare beni di investimento e sostenere costi di gestione aziendale.

Il progetto prende forma nel luglio del 2013 co il D.L. 179/12 rubricato per l’appunto misure per la nascita e lo sviluppo d’imprese start-up innovative. E’ proprio in conformità a tale decreto che il Ministero per lo sviluppo economico avvia una nuova fase di previsioni normative volte a creare sempre maggiori incentivi allo sviluppo d’imprese giovani.

Tale iter trova il suo apice con il decreto del 24 settembre 2014 Smart&Start Italia. La nuova normativa rivolgendosi ai soggetti di cui al decreto 179/12, ossia alle start-up innovative di piccola dimensione già iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese prevede, per gli ammessi a seguito di presentazione di un’apposita modulistica presso la “società gestore” , delle agevolazioni finanziarie e reali.

Quanto alle agevolazioni finanziarie, gli ammessi potranno avere un mutuo senza interessi il cui valore può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili (max € 1.200.000), nel caso in cui la start-up abbia una compagine costituita da giovani e/o donne o abbia tra i soci un dottore di ricerca che rientra dall’estero.

Nel caso in cui invece la compagine sia diversa da quanto sopra esposto potranno ottenere un mutuo fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000). E’ inoltre prevista l’istituzione di una quota a fondo perduto per le start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e territorio del Cratere Sismico Aquilano che restituiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.

Le start-up costituite da meno di 12 mesi inoltre potranno beneficiare di servizi di tutoring tecnico-gestionale. I servizi di tutoring, individuati in base alle caratteristiche delle start-up, sono finalizzati a sostenere la fase di avvio. Si tratta di servizi specialistici che vanno dalla pianificazione finanziaria, marketing, organizzazione, fino allo scambio con le realtà di rilievo internazionale.

Le domande contenenti le richieste di agevolazione devono essere presentate a partire dalle ore 12 di Lunedì 16 febbraio 2015, sull’apposita modulistica rinvenibile sul sito www.smartstart.invitalia.it.

La società gestore procederà all’istruttoria delle stesse sulla base dei criteri di valutazione dettati dalla circolare ministeriale n. 68032. Tra i criteri previsti dalla circolare ministeriale, figurano l’adeguatezza e la coerenza delle competenze possedute dai soci, il carattere innovativo dell’idea alla base del piano d’impresa e la fattibilità tecnologica ed operativa del programma di investimento, se previsto nel piano di impresa.

Il portale della società gestore così come il ministero dello sviluppo economico sottolineano come la data indicata nella circolare, per la presentazione della domanda non rappresenti un click day
questa sarà una misura a sportello, le richieste verranno esaminate in base all’ordine di arrivo e non ci saranno graduatorie. La dotazione finanziaria è di oltre 200 milioni di euro e gli incentivi saranno erogati fino a esaurimento dei fondi.

Smart&Start si caratterizza dunque, secondo le dichiarazioni del ministero, come il primo di una serie di interventi su cui il MISE sta lavorando, insieme ad altri importanti attori istituzionali, per dar vita ad una piattaforma nazionale per il venture capital, che valorizzi l’integrazione tra gli strumenti disponibili lungo tutto il ciclo di vita di un’impresa: dal seed capital, allo start-up capital, fino al second-round e al private equity.

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