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Sparatoria allo Zen: I figli litigano per il pallone, i genitori proseguono a pistolettate

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La Polizia di Stato, ieri notte, ha tratto in arresto Giuseppe Di Masi, 49enne pregiudicato di via Fausto Coppi, per il reato di detenzione e porto in luogo pubblico di arma comune da sparo.
L’intervento, in massa, allo “Zen” dei poliziotti ha segnato, ieri notte, l’epilogo di un episodio, avvilente ed allarmante al tempo stesso, indicativo di una degenerazione dei costumi e dei comportamenti in uno dei quartieri più difficili del capoluogo.
Una banale lite tra alcuni bambini di 8 / 9 anni, ciò che altrove provocherebbe una semplice “reprimenda”, forse qualche scappellotto, allo Zen, diventa questione per adulti che litigano e vanno ben oltre l’esercizio abusivo delle proprie ragioni, impugnano pistole e risolvono il contenzioso con il sibilo delle pallottole.
E’ quello che è accaduto ieri notte in via Rocky Marciano, una sparatoria che è appendice di un litigio avvenuto nelle prime ore del pomeriggio tra alcuni ragazzini.
I bimbi, appartenenti a due nuclei familiari limitrofi che, mai, si erano amati ed, anzi ,se le erano promesse da tempo, hanno raccontato tutto ai genitori ed hanno, inconspevolmente, fornito la miccia alla polvere da sparo.
E’ bastato il rientro a casa, a tarda sera, del padre di uno dei bambini perché l’uomo concretizzasse la minaccia paventata dalla moglie, qualche ora prima: “appena torna me maritu vi fazzu sparari a tutti!” E, in effetti, una volta rincasato, l’uomo ha impugnato l’arma, dirigendosi verso il domicilio “rivale” e generando un vero e proprio parapiglia, che ha coinvolto più membri dei due nuclei familiari.
In corso di gazzarra, è stato esploso un colpo d’arma da fuoco che, fortunatamente, ha colpito, soltanto di striscio, un componente della famiglia “avversa”.
Una coltre di indifferenza ha accolto gli investigatori della Squadra Mobile, Sezione “Contrasto al Crimine Diffuso”, giunti allo Zen, di gran carriera.
Gli agenti hanno trovato alcuni residenti intenti a lavare i vialoni del popoloso quartiere con acqua e sapone, nella speranza di cancellare ogni traccia di sangue. Nessuno ha voluto fornire particolari utili alla ricostruzione della sparatoria.
I poliziotti hanno, però, ascoltato, decine di testimoni e, seppur dopo una lunga e laboriosa audizione, riscontrata dai rilievi condotti dal personale del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, sono riusciti a venire a capo di quanto accaduto.
Indagini sono in corso al fine di accertare ulteriori, eventuali, responsabilità.

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