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Stefano Piali Viaggio nella Storia dei Colonna Il racconto fatto di tele e colori

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Ciclo di opere pittoriche collocate nella Sala Consigliare di Palazzo Colonna, Marino (RM) Inaugurazione Sabato 28.09.2024 ore 18:30 100^ Sagra dell’Uva

Stefano Piali è un artista romano che, da oltre quarant’anni vive e opera a Marino, cittadina laziale scrigno dei Castelli Romani. E’ a questo borgo, dagli scorci imperdibili, che lo scultore e pittore dedica una incredibile epopea pittorica fatta di tele e colori, un progetto iniziato tre anni fa e inserito nei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO)del Liceo Artistico Amari-Mercuri di Ciampino/Marino dove Piali ha insegnato fino al 2023 discipline plastiche e scultoree. Il titolo dell’intero progetto: “Viaggio nella Storia dei Colonna” rivela il nesso della cittadina laziale con alcuni episodi storici strettamente legati ai personaggi più illustri della famiglia Colonna, signori di Marino nel Cinquecento.

Le diciassette opere: nove quadri di dimensioni importanti (circa 190 x 120 cm) e otto tondi, tutti realizzati a olio, sono posizionati in forma permanente nella sala consiliare dell’antico palazzo cinquecentesco dove i Colonna vissero.

Stefano Piali, supportato dall’Amministrazione Comunale che ha fortemente voluto questo imponente intervento di riqualificazione della sala consiliare, è intervenuto con la forza dell’arte negli spazi dell’antico palazzo, sede del Comune, lasciando un segno non solo artistico ma un forte messaggio di pace.

Il colpo d’occhio è davvero incredibile perché le opere pittoriche non solo si calano perfettamente nel contesto ma sono state pensate dall’artista per raccontare le atmosfere epiche e i momenti salienti dei Colonna come frame di una sequenza di un film.

La cerimonia di inaugurazione, alla presenza delle più alte personalità istituzionali di Marino e dell’hinterland romano, è prevista per sabato 28 settembre alle ore 18:30 nella sala consiliare di Palazzo Colonna, nell’ambito dei festeggiamenti della centesima edizione della Sagra dell’Uva (27.09-07.10.2024).

Ma, facendo un forte salto indietro nel tempo, scopriamo una curiosità.

Quando nel 2000 Piali dipinse il primo imponente olio su tela (cm 400 x 200 cm) raffigurante il “Ritorno dalla battaglia di Lepanto” di Marcantonio II Colonna, episodio di straordinaria eco che, ancora oggi e da cento anni, si celebra durante la Sagra dell’Uva, non sapeva che stava già tracciando un percorso che avrebbe iniziato a intraprendere ben ventidue anni dopo e che oggi, finalmente, si svela al grande pubblico in tutti i suoi dettagli narrativi.

Entriamo ora nel dinamismo delle opere per scoprire i significati e gli archetipi che si celano.

PRIMA OPERA – BENEDIZIONE E COMANDO PER UNA GRANDE FLOTTA– Con il primo e spettacolare quadro (400 x 200 cm)) Stefano Piani inizia il suo viaggio così come Marcantonio Colonna, in quel lontano 11.06.1570,   spiegò le vele verso la città greca di Lepanto dopo aver ricevuto da Papa Pio V lo scettro del comando della flotta cristiana. L’opera raccoglie le emozioni di un momento solenne e fondamentale sia per la chiesa che per la storia della famiglia Colonna. La figura di Marcantonio e l’idea della futura battaglia diventano gli elementi cardine di tutto il progetto. Il tema qui è legato alla spiritualità, alla necessità dell’essere umano di guardare al divino come ispirazione e protezione.

SECONDA OPERA – LEPANTO: sguardo fiero su una battaglia epocale. In questa seconda opera il tema è quello della imprevedibilità della vita, della guerra che spesso incombe sull’uomo senza che questi possa ribellarsi. Lo scontro è sottolineato in modo suggestivo dall’irrompere dei colori del fuoco in quella che nella mente dell’artista è solo una visione onirica della battaglia di Lepanto che assume, dunque, il significato dell’ineluttabilità degli eventi storici e della paura di ciò che non conosciamo.

TERZA OPERA – LA DIGNITA’ DEL MORO PRIMA DELL’INEVITABILE EPILOGO. Piali cambia punto di vista e guarda la storia con gli occhi del moro, dell’avversario della lega cristiana, un nemico che Marcantonio considerava degno di rispetto perché fiero e leale. La chiave di lettura è quella costante, nelle opere di Piali, dell’eterno confronto tra materia e spiritualità.

QUARTA OPERA – ALLA CORTE DI VITTORIA COLONNA. Questa immagine di raffinata bellezza introduce la seconda protagonista della storia: Vittoria Colonna ritratta nell’ambiente a lei più caro: quello letterario e intellettuale rappresentato appunto dai poeti, dai filosofi che era solita convocare a Palazzo e che lei, musa della poesia, musa della scrittura (come la figura misteriosa che l’artista dipinge in un angolo) amava intrattenere con versi e letture. L’opera è un omaggio alla bellezza dell’arte in ogni sua forma.

QUINTA OPERA – DONO PER UNA SOLIDALE AMICIZIA. Pialisi ispira al disegno, il Crocifisso, che Michelangelo Buonarroti tracciò per Vittoria Colonna in segno di forte stima e amicizia.  Il tema di questa opera che l’artista romano riproduce fedelmente trasformandolo in dipinto è l’affinità elettiva, un sentimento tanto raro quanto prezioso che Michelangelo custodì fortemente. Un sentimento che unì Vittoria Colonna e Michelangelo e che, attraverso l’arte, si trasforma in forza per elevare lo spirito dalla materialità del presente.

SESTA OPERA – COLONNA E ORSINI: ologramma di un sodalizio. In questo quadro emerge il tema del potere, rappresentata dalle due casate che, unendosi, sugellano e rafforzano i loro imperi. L’ologramma è l’elemento di unione tra reale e virtuale, filo conduttore dell’intero progetto. Oltre ai protagonisti Marcantonio e la sua futura sposa Felice Orsini,  spicca l’elemento spirituale, raffigurato dal volo di angeli che benedicono l’unione dei due personaggi ma che simboleggiano anche il  mistero, l’imprevisto, il pericolo raffigurato anche dalla figura scura che scende le scale, lontano  dallo spazio idilliaco dell’ologramma. Felicità e dolore, sentimenti costanti della realtà umana

SETTIMA OPERA- DINASTIE. Siamo di fronte a un quadro bucolico molto suggestivo che, in uno scorcio di campagna laziale, introduce il tema dell’acqua fonte di vita. Le due casate degli Orsini e dei Colonna sono sullo stesso piano su due sponde diverse pronte ad unirsi. Le figure sono immerse in un’atmosfera onirica. I temi sono quelli del sogno e del mistero, ma anche della condivisione, del rispetto e della pace simboleggiati dall’acqua e dal ponte.

OTTAVA OPERA – INVOCAZIONE E PROTEZIONE – Madonna del SS. Rosario. L’opera glorifica Marcantonio II Colonna, vincitore, grande condottiero, incorniciato in una nicchia marmorea come la statua presente nei giardini di Palazzo Colonna a Roma. Accanto a lui l’elemento spirituale, questa volta rappresentato dalla Madonna del Rosario. Piali raffigura il tema della stretta connessione tra storia, mistero e spiritualità che la città di Marino, rinnova ogni anno, durante la Sagra dell’Uva, nella solenne processione dedicata alla Madonna del Rosario. E’ il sacro e il profano che ritroviamo spesso nelle feste dedicate ai prodotti della terra.

NONA E ULTIMA OPERA – I PRIGIONI– Il non-finito e il dolore dell’uomo. Piali termina il suo ciclo pittorico connettendosi all’uomo, al suo dolore alla sua speranza di pace. Nel reinterpretare i ‘Prigioni’ michelangioleschi, l’artista svela il racconto dei Colonna estraendo tasselli da un mosaico antico riportando in vita le emozioni e i misteri che la storia, di per sé, già contiene, raffigurando il dolore umano degli schiavi e l’arte come conforto e forza vitale. E’ il tema della pace e della distensione che Piali sottolinea con le figure iconiche di Michelangelo e Vittoria Colonna, nutriti entrambi, come Piali stesso, dall’arte.

Mi auguro che queste opere possano essere non solo motivo di ammirazione e valutazione artistica ma fonte d’ispirazione, veicolo di scambio culturale anche con quei territori che, a diverso titolo, portano ancora vivo il ricordo dell’epopea storica così interessante e fervida come quella che ha visto protagonista la casata dei Colonna. La sfida è stata quella di partire da fatti storici, come la battaglia di Lepanto, evento certamente cruento, e arricchirli di significati positivi e distensivi con lo scopo di far riflettere sulla pace e sul significato stesso di umanità, perché attraverso l’arte è possibile combattere le divisioni di ogni genere”.

E’ da sottolineare come il racconto pittorico di Piali s’inserisca, a pieno titolo, non solo nel patrimonio culturale della Città di Marino ma consenta ai visitatori di ogni età di conoscere ed emozionarsi della sua storia proiettandola oltre il tempo del presente e creando, con il coinvolgimento che solo la bellezza dell’arte sa creare, un indissolubile legame del territorio con le sue radici.

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