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Superano la prova ma vengono esclusi, il Consiglio di Stato li riammette al concorso in Polizia

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Palermo, 5 maggio – Avevano proficuamente superato la prova scritta, ma sono stati ugualmente esclusi dal prosieguo delle prove del concorso per 1148 allievi agenti. Adesso un’ordinanza del Consiglio di Stato, rilevando delleillegittimità nella procedura selettiva, li riammette e obbliga il Ministero a fissare nuove date per le successive prove fisiche.

Dopo la riammissione di 350 ricorrenti al precedente concorso per  559 Allievi agenti di Polizia di Stato, lo studio legale Leone – Fell & Associati è riuscito a far riammettere, anche questa volta, una cinquantina di ricorrenti che si erano visti tagliar fuori da un’errata quanto illegittima previsione del concorso.

Una, in particolare, è la previsione del bando sotto accusa: “sarà convocato (alla prova di efficienza fisica), seguendo l’ordine della relativa graduatoria un numero sufficiente di candidati, tale da garantire la copertura dei posti messi a concorso”. Il bando quindi non specifica quanti candidati sarebbero stati ammessi, salvo precisare all’art.10 che “la prova (scritta, ndr) si intende superata se il candidato riporterà una votazione non inferiore a 6 decimi”.

Ed infatti, solo in seguito alla correzione degli elaborati e alla pubblicazione della graduatoria, l’amministrazione ha stabilito e comunicato che sarebbero stati ammessi solo “i primi 3.443 candidati”.

Tale previsione è stata ritenuta illegittima dal Consiglio di Stato. L’amministrazione infatti, indicando il numero di candidati “idonei” a proseguire il concorso solo dopo la correzione degli elaborati, ha determinato chi fosse meritevole di superare la prova conoscendo l’identità dei concorrenti e la loro posizione in graduatoria.  Un sistema contrario ai principi generali di trasparenza, par condicio e anonimato che dovrebbero caratterizzare i concorsi pubblici e garantire il “buon andamento” della procedura amministrativa.  A ciò si aggiunga che il Ministero, nell’individuare il contingente di 3.433 candidati, non ha eseguito alcun tipo di istruttoria né tantomeno motivando il provvedimento finale con cui veniva stabilito il numero di convocati alle prove fisiche.

“Dopo la violazione dell’anonimato nel concorso per 559 Allievi agenti – dichiarano gli avvocati Francesco Leone e Simona Fell – il Ministero questa volta predispone un concorso, inserendo un contingente in maniera illegittima e del tutto immotivata, discriminando tutti quei partecipanti che, solo per puro caso, si sono trovati al di fuori di quel numero. I nostri ricorrenti infatti avevano superato brillantemente le prove e, a nostro avviso, avevano subito un grave torto. Ci siamo trovati a dover combattere una nuova battaglia di legalità per garantire i diritti di tutti i partecipanti. Siamo felici che anche i giudici del Consiglio di Stato abbiano accolto le nostre tesi e risarcito il danno e siamo ancor più felici per quanti adesso potranno continuare la selezione”.

Com. Stam. Ric. Pubbl.

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