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Talk – Conversazione sull’Arte Pubblica ed Architettura del Limite,  presso il Palazzo Belmonte Riso, nella Sala Kounelli

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Continuano con successo gli appuntamenti inseriti nel ricco programma  della seconda edizione della Biennale Internazionale di Arte Sacra Contemporanea, BIAS. Sabato 23 giugno alle ore 11.00 è previsto un Talk – Conversazione sull’Arte Pubblica ed Architettura del Limite,  presso il Palazzo Belmonte Riso, nella Sala Kounelli.

Angela Vettese da sempre appassionata di arte contemporanee, dopo il liceo classico ha scelto tuttavia di laurearsi in Filosofia Medievale all’Università degli Studi di Milano con tesi su Guglielmo di Ockham. Nel 1991 consegue il perfezionamento in Storia dell’Arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dal 1986 collabora abitualmente al supplemento domenicale del Sole 24 ore, e dal 1999 collabora con Domus, Abitare, Flash Art International, Frieze, Parkett, Art+Text, Exit; dal 1999 al 2006 collabora con Il Giornale dell’Arte. Ha insegnato Storia dell’Arte presso le Accademie di Belle Arti a Milano e Venezia (1991-1997) e l’Accademia Carrara di Bergamo (1994-2000), ed è stata docente presso il Politecnico de la Universidad de Valencia, Spagna, nell’ambito del master in Ingegneria Cultural, corso di Valorization de las obras de arte contemporaneo (1996-1999); dal 2000 al 2007 e dal 2011 al 2013 ha insegnato storia dell’arte presso il CLEACC (Corso di Laurea in Economia per Arte, Cultura e Comunicazione) dell’Università Bocconi di Milano. Dirige dal 2001 il corso di laurea magistrale di arti visive e moda presso l’Università IUAV di Venezia (Dipartimento di Culture del progetto), presso cui è professore associato di Teoria e Critica dell’Arte Contemporanea.  È anche presidente onorario del Centro di documentazione Docva alla Fabbrica del Vapore di Milano. Joseph Kosuth, importante esponente dell’arte concettuale, ha studiato belle arti alla School of Visual Arts di New York. Le sue opere, generalmente, sono volte ad esplorare la natura dell’arte, focalizzando l’attenzione su idee al margine dell’arte, piuttosto che produrre opere fine a sé stesse. La sua arte è molto autoreferenziale. Una delle sue opere più famose è One and Three Chairs, un’espressione visiva del concetto di “forma” di Platone. L’opera mostra una sedia, una fotografia di quella sedia, e il testo di un dizionario con la definizione della parola “sedia”. La fotografia è una rappresentazione della vera sedia situata sul pavimento, in primo piano. La definizione, che si trova sullo stesso muro dove c’è la fotografia, descrive il concetto di cosa sia una sedia, nelle varie accezioni del termine. In questo e in altri lavoro simili Five Words in Blue Neon e Glass One and Three, Kosuth riporta affermazioni tautologiche, in quanto le opere sono letteralmente ciò che viene affermato siano. Molto importanti sono anche le sue opere con i neon che egli inizia ad usare perché interessato ai materiali per la segnaletica e per rimandare al mondo della pubblicità. Famosa fu la serie intitolate Ex libris (1990), composizioni al neon con brevi citazioni di scrittori noti,allestite in spazi pubblici metropolitani. Oltre al suo lavoro come artista, ha scritto molti libri sulla natura dell’arte e degli artisti, tra i quali L’artista come antropologo (Artist as Anthropologist). Nel suo saggio L’Arte dopo la Filosofia (Art after Philosophy, 1969) sosteneva che l’arte è una continuazione della filosofia, che vedeva essere giunta alla fine. James Putnam è un curatore e scrittore indipendente. Ha fondato il Programma di Arti e Culture Contemporanee del British Museum, di cui è stato anche curatore dal 1999 al 2003. Il suo libro ‘Art and Artifact – The Museum as Medium’ / ‘Arte e Manufatto – II Museo come Mezzo’ (Thames & Hudson, 2000/10) indaga l’interazione tra gli artisti contemporanei ed il museo. Ha curato una serie, tutt’ora in corso, di progetti acclamati dalla critica con artisti contemporanei presso il Museo di Freud di Londra fra i quali Sophie Calle, Sarah Lucas, Tim Noble, Sue Webster e Mat Collishaw. È stato nominato curatore di Arte all’Arte 9, in Toscana, nel 2005, e ha fatto parte del comitato curatoriale dell’edizione 2006 della Triennale d’Arte di Echigo-Tsumari in Giappone. Nel 2009 ha curato gli eventi collaterali ‘Distortion’ (‘Distorsione’) e ‘Library’ (‘Biblioteca’) nell’ambito della LIII edizione della Biennale di Venezia. È stato il curatore della Biennale di Busan, in Corea del Sud (2010). Più di recente ha curato la mostra ‘The Knowledge’ (‘Il Sapere’) nell’ambito della LIV edizione della Biennale di Venezia (2011), che prevedeva un’installazione site-specific di Chiharu Shiota. Dal 2003 al 2004 è stato professore invitato Museologia presso la New York University ed è attualmente Senior Research Fellow, Mostre, presso la prestigiosa scuola di moda del London College of Fashion, Università delle arti di Londra. La BIAS in questa edizione ha come tema principe “LA PORTA – Porta itineris dicitur longissima esse” diretta e curata da Chiara Modìca Donà dalle Rose e promossa da WISH, World International Sicilian Heritage con il sostegno del Ministero degli Esteri, della Regione Sicilia, della Città di Palermo e della Diocesi di Palermo, Università di Palermo, Università Iuav di Venezia, Politecnico di Torino. “La porta – dichiara il presidente della Biennale Chiara Modica Donà dalle Rose – è intesa come soglia filosofica, come limen privilegiato: la soglia è il momento, il passaggio più arduo da intraprendere nel viaggio di un uomo, di una umanità, di una civiltà, significa rimettersi in gioco e lasciare che l’altro ed il resto del mondo entrino nella nostra mente e nel nostro futuro”.

Francesco  Foresta Junior

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