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Teatro Ditirammu Palermo “Magazzino 1009”, “Senza nome – Atto unico per voce sola”

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Teatro Ditirammu Palermo – In scena gli spettacoli della rassegna “A ciascuno la sua”: venerdì 12 “Magazzino 1009”, sabato 13 “Senza nome – Atto unico per voce sola”

In scena i vincitori del bando “A ciascuno la sua” 12 novembre “Magazzino 1009” di Mimmo Stroppiana 13 novembre “Senza nome – Atto unico per voce sola” di e con Chiara Chiavetta 19 novembre “Andrea” di e con Emanuele Caly e Costanza Casadei 20 novembre “Sfasciatura” della Compagnia L.A. Dramawrt Teatro del Monsù – Planetario – Parco Villa Filippina  ore 21.00 Palermo

All’interno della stagione invernale “E venne il tempo…”, il Teatro Ditirammu mette in scena i 4 progetti vincitori del bando “A ciascuno la sua”, lanciato nelle scorse settimane, rivolto agli attori e  autori under 35 siciliani.

Tutti gli spettacoli si svolgeranno al Teatro del Monsù del Planetario del Parco Villa Filippina (piazza San Francesco di Paola, 18), a partire dalle ore 21.00.

Ad aprire la rassegna, venerdì 12 novembre, lo spettacolo “Magazzino 1009” di Mimmo Stroppiana.

Sulla scena Gabriele Guida che interpreta Gualtiero, un farmacista che, nell’atto di recuperare qualcosa dal magazzino, verrà travolto da un caos interiore dove, fatalmente, troverà le risposte tanto attese.

Il personaggio tirerà fuori, dal suo personale vaso di Pandora, un’accozzaglia di ricordi che cambieranno la sua prospettiva per sempre, o forse per troppo poco tempo.

Sabato 13 andrà in scena “Senza nome – Atto unico per voce sola” di e con Chiara Chiavetta.

Io voglio esistere. Qualcuno ha una storia per me? Voglio esistere. Essere ricordata e non come la moglie di…”: conclude così il suo monologo Lady Macbeth, la protagonista dello spettacolo che cerca di interrogare il mondo in cui siamo immersi affidando la narrazione a uno dei personaggi più controversi della letteratura teatrale. 

In scena c’è solo lei che, intenta a dipingere una tela, si rivolge al pubblico, svelando la sua storia: una lady Senza Nome, senza racconto. Dalle sue parole, emergono così due temi nevralgici dell’oggi: la rappresentatività del femminile nella letteratura teatrale e la questione del nome negato o lasciato all’oblio. 

Venerdì 19 novembre, Emanuele Caly e Costanza Casadei saranno i protagonisti di “Andrea”, spettacolo del quale firmano anche testo e regia; musiche a cura di Biagio Cavallo.

I personaggi sono individuati come 1 e 2, una coppia che ha una questione da risolvere, che non riesce nemmeno a decidersi su chi inizierà ad esporre il problema ai propri ascoltatori. 

Raccontano di quando sono tornati a casa dopo una passeggiata, pioveva e faceva caldo, o almeno così sembrava, non ne sono sicuri. Sicuramente erano sprovvisti d’ombrello, questa è l’unica certezza. 

Arrivati a casa, si accorgono che quella non è più casa loro, pur essendo in tutto e per tutto identica a come l’hanno sempre vissuta. Gli oggetti sono tutti perfettamente fuori posto proprio come a casa loro. Forse l’attuale abitante è un loro fan, un bravissimo stalker, esattamente come 2. La discussione degenera, la coppia si rinfaccia le rispettive mancanze, la sparizione di un figlio (a cui sembrano non dare importanza), e più di tutto la tragica sparizione dell’ombrello. 

La questione è semplice: dov’è finito questo ombrello? Un dialogo assurdo tra personaggi che assurdi non sono e che mostreranno sempre di più le proprie fragilità.

A chiudere il poker di spettacoli, sabato 20 novembre, lo spettacolo “Sfasciatura”, della Compagnia L.A. Dramawrt.

Scritto da Salvatore Ventura (Matteo), che lo interpreta in scena con Isabella Luna Sciortino (Anna), per la regia di Gabriella Zito.

Siamo a casa di Matteo, sembra una di quelle case ferme nel tempo così come è l’animo di Matteo, unico abitatore, che sta aspettando Anna, perché stasera mangeranno insieme. 

A Matteo è la prima volta che capita una cosa del genere, di mangiare insieme a qualcuno che non sia stato un suo parente. 

Cucinano e si raccontano così bene l’uno all’altra che al giovane inizia a piacere quella compagnia; lo capisce subito che quella è una sensazione che non ha mai provato e la vuole ripetere di nuovo, per tutte le volte che sarà possibile. Pure quando non ci sarà il respiro che regge il corpo e tutte quelle cose che ci fanno sentire vivi. 

Lui vuole stare con Anna e abbandonare le sue foto, dove ci sono tutti i suoi parenti, morti. Si, perché a casa di Matteo si usa così da sempre: preferiscono conservarsi appesi alle pareti nel ricordo di una foto. 

Poi una semplice cena stravolge tutte le sue convinzioni o magari nessuno gli aveva mai dato una “ricetta” così buona fino ad allora.

Tutte le informazioni per i biglietti e i costi sono reperibili sul sito www.teatroditirammu.it 

Per accedere all’interno del Teatro del Monsù è necessario presentare il green pass o un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

Com. Stam.

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