Gli investimenti italiani nelle centrali elettriche a metano per renderle più efficienti e green, tra cui quella di Termini Imerese, non risponderebbero alle molto esigenti e stringenti condizioni tecniche richieste dalla Commissione di Bruxelles, per cui potrebbero non ricevere un euro di finanziamento.
Questo è quanto rileva un inchiesta del Sole 24 ore. Nel nostro paese c’è un grosso progetto di investimento su 48 centrali a gas metano per efficientarle e così sostenere le fonti rinnovabili d’energia con il capacity market, cioè con quelle centrali ultra moderne ed efficienti che dovrebbero accendersi in pochi istanti quando il vento non riesce a fare girare le pale eoliche o il brutto tempo non permette al sole di riscaldare i pannelli solari. Tra queste proprio la centrale Enel di Termini Imerese, ma anche gli impianti di Pace del Mela e San Filippo del Mela, nel messinese, Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, e Trapani. A quanto pare nessuno dei 48 progetti italiani è in grado di rispettare i requisiti molto stringenti voluti dalla Commissione Ue, più aderenti ai progetti di conversione delle vecchie centrali a carbone tedesche o dell’Europa dell’Est. Possono infatti ricevere finanziamenti ed agevolazioni pubblici solamente quei progetti che prevedono la sostituzione di una centrale a carbone con una a metano che deve emettere meno di 270 grammi di anidride carbonica per ogni chilowattora prodotto o 550 chili l’anno per ogni chilowatt istallato, obiettivi chw non potrebbero essere ottenuti nemmeno con le nuove turbine ad altissima efficienza. E così, visto che non si riuscirà ad accedere ai finanziamenti europei, gran parte dei progetti italiani dovranno fare ricorso a risorse proprie o a capitali ordinari di mercato oppure verrebbero abbandonati.
Ciro Cardinale
Com. Stam.