Ormai, è proprio il caso di dirlo, sono agli sgoccioli lì in Oriente, da Istambul a Kars, e gli imam dalle moschee hanno invitato i fedeli a pregare Allah per fare piovere.
La Turchia si trova da mesi nel bel mezzo di una grave crisi idrica, che ha spinto pure Erdogan ad invitare i suoi concittadini a risparmiare l’acqua, perché già Istambul, una metropoli da 15 milioni di abitanti, avrebbe riserve idriche per 45 giorni ancora. Ma se pioggia e neve stanno riempiendo i bacini, il livello del prezioso liquido è ancora troppo insufficiente per garantire l’acqua a tutto il paese. Per gli ambientalisti e gli oppositori del premier turco sarebbe tutta colpa delle numerose dighe, centrali idroelettriche ed impianti di adduzione dell’acqua costruiti negli ultimi anni per aumentare la produzione elettrica e sostenere la sforzo industriale del paese, opere che ne hanno stravolto il paesaggio e l’assetto idrico, tant’è che dagli anni ’80 la Turchia ha dovuto affrontare ripetute crisi idriche ogni 4-7 anni, come effetto del cambiamento climatico mondiale, a cui si devono aggiungere anche le mega opere volute da Erdogan e tanto criticate da ambientalisti ed oppositori.
Ciro Cardinale
CS