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Zona rossa a Palermo, Di Dio:“è la conferma del fallimento delle istituzioni che amministrano la sanità nei ritagli di tempo

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“La proroga della zona rossa a Palermo è la conferma del fallimento delle istituzioni nella gestione dell’emergenza sanitaria. Ormai è chiaro che la zona rossa è la scelta più facile per chi decide, toglie ogni responsabilità.

Poco importa che, in oltre due settimane, i numeri del bollettino non sono regrediti, ammesso che qualcuno sia in grado di certificare la correttezza dei dati che avrebbero giustificato questa ennesima proroga. E la campagna vaccinale procede incredibilmente a rilento. Del resto, cosa ci possiamo aspettare da una sanità che viene amministrata a interim nei “ritagli di tempo”, da quasi un mese senza l’assessore di riferimento?”.

Lo ha detto Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, dopo la decisione di prorogare la zona rossa a Palermo.

“Siamo stanchi di essere presi in giro, di sentire gli appelli a fare altri sacrifici. C’è chi ormai ha dovuto chiudere e chi sta fallendo, tanti sono ridotti alla fame: la politica invece che sacrifici ha fatto in questi 14 mesi? Che soluzioni ha messo in campo per stare al fianco delle categorie produttive? Che senso ha questa proroga di sei giorni? Nessuno si è posto il dubbio che i rimedi adottati finora non sono serviti a niente. Questa è l’ennesima mazzata nei confronti di imprenditori e aziende, senza che qualcuno ci abbia ancora chiesto scusa per non avere trovato le risorse finanziarie necessarie ad assicurare i sostegni economici. Nella terra degli stipendiati e dell’assistenzialismo sono rimaste inascoltate le migliaia di imprenditori e commercianti che chiedono di tornare a lavorare. La verità è che la classificazione per colori non funziona e crea forti ingiustizie”. 

“Dove ci si contagia? – si chiede ancora la Di Dio -. Sicuramente non nei nostri negozi e nelle nostre attività dove garantiamo i protocolli sanitari. I fatti dimostrano che non è con più chiusure che si risolve il problema. Scelte miopi e scellerate hanno portato davanti a un baratro migliaia di imprenditori e decine di migliaia di dipendenti. La politica esca dai palazzi dorati e si confronti con la vita reale: mezzi pubblici pieni, alcune categorie di negozi con code chilometriche alle casse, scuole aperte quasi a pieno regime, assembramenti per strada, controlli inefficaci. Noi, invece, non possiamo aprire i nostri negozi”.

“Come presidente di Confcommercio Palermo, l’associazione di categoria più rappresentativa della provincia di Palermo, chiedo un confronto pubblico con il presidente della Regione Musumeci e con il sindaco di Palermo Orlando: ci dicano che soluzioni hanno messo in campo, dopo più di un anno, per far coesistere il sacrosanto diritto al lavoro e alla libera impresa con il diritto alla salute”.

Com. Stam.

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