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Benedetta Porcaroli a #Giffoni50 contro il body shaming

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“Facciamo un movimento intellettuale che vada oltre i filtri di instagram ed uniti possiamo cambiare insieme” “Non nascondiamo i nostri difetti, cerchiamo di accettarci per come siamo” Benedetta Porcaroli, ospite oggi del Giffoni Film Festival racconta la sua esperienza in adolescenza e dice “sono stata soggetto di body shaming, mi dicevano che avevo poco seno e i fianchetti” . 

L’attrice romana da 7 generazioni lancia un messaggio importante ai ragazzi il tema body shaming e’ un argomento che inizia a innervosirmi – soprattutto sui social, tutte abbiamo la cellulite – facciamo un movimento intellettuale che vada oltre i filtri e solo così’ possiamo cambiare insieme”.

Sollecitata dalle tante domande, Benedetta Porcaroli durante il suo incontro parla del suo rapporto con l’ambiente visto che il tema di Giffoni quest’anno è proprio Terra,  “Cerco nei limiti del possibile di proteggere il nostro pianeta, soprattutto in questo momento storico”. Grazie alla sua visibilità’ sui social la Porcaroli si sente responsabile verso le persone che la seguono e spesso cerca di trasmettere valori positivi ai suoi seguaci.

Il suo consiglio per i ragazzi e’ quello di coltivare le proprie passioni, dialogare con i propri genitori e emozionarsi sempre.  “Gestire l’emotività’ si impara con il tempo ma anche emozionarsi è una cosa stupenda”. 

E poi alla domanda su quale sia l’esperienza che l’abbia maggiormente influenzata risponde “ Sicuramente il cinema e la tv hanno un approccio diverso. La serialità’ sta prendendo il sopravvento, “Tutto può’ succedere” mi ha formato ed e’ stato una scuola di vita ma “Baby” mi ha dato la possibilità’ di essere conosciuta in tutto il mondo e di interpretare un ruolo femminile molto complesso e intenso”. E sempre a proposito della fortunata serie di Netflix “Baby” racconta di come per i ragazzi sia difficile trovare un’identità’ e fare dei passaggi sbagliati. “Quello che ho vissuto sulla mia pelle e’ una generazione alla ricerca di punti di riferimento che spesso vengono a mancare. Quando avevo 15 anni  ho vissuto nell’ambiente della Roma bene e ho avuto delle difficoltà’ ad identificarmi con quelle persone”. 

Per finire, la Porcaroli racconta la sua esperienza in “18 regali”, dalla lettura della sceneggiatura che l’ha fatta commuovere fortemente all’incontro con i veri protagonisti della storia. “Con Francesco Amato siamo andati a trovare Anna, la figlia di Elisa Girotto (la mamma che prima di morire di cancro preparò i doni di compleanno per la figlia appena nata) e suo papa’ Alessio e questa e’ stata un’esperienza davvero molto forte, un legame importante.  Essendo una storia vera avevamo un forte senso di responsabilità’”.

Com. Stam.

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