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Aupi: Violenze contro anziani e bambini,“fate intervenire gli psicologi”


“Ancora una volta violenza. Violenza contro persone più deboli che non possono difendersi. Teatro dell’orrore una casa di riposo a Castellammare del Golfo, dove gli anziani venivano quotidianamente maltrattati e una scuola di Vercelli, dove le insegnati hanno costretto a ripetute violenze bambini indifesi. È ora di dire basta. Le telecamere non sono la soluzione a un problema ancora più grande. Guardare le immagini raccapriccianti non serve a farci stare più sereni: il dolore che hanno subito quegli anziani e il trauma dei bambini non sono cose che vanno via con un colpo di spugna, o con gli arresti delle insegnanti piuttosto che dei dipendenti della struttura che accoglie gli anziani. Serve prevenzione. La figura dello psicologo in contesti così complessi, dove anche lo stress è elevato, sarebbe decisiva. In Italia c’è una legge che è quella dello stress lavoro correlato ma, nonostante i nostri quotidiani appelli, non viene applicata. E gli effetti sono sotto gli occhi di tutti”.

Il segretario generale Aupi e presidente della società scientifica Form – Aupi, Mario Sellini, interviene ancora una volta, a seguito dell’arresto del gestore e di tre dipendenti di una casa di cura nel trapanese e dell’arresto di tre maestre in una scuola di Vercelli avvenuto in questi giorni. Tutti accusati di maltrattamenti nei confronti di bambini e anziani. Una emergenza che per gli psicologi va fronteggiata con la prevenzione.

Schiaffi, insulti, maltrattamenti di ogni genere contro gli anziani in Sicilia. Sberle, trascinamenti per terra, umiliazioni e punizioni per i bambini da parte delle maestre arrestate. “Ma è mai possibile che nessuno si sia accorto di nulla prima?”. Per il segretario generale Aupi se fosse stata applicata la legge sullo stress correlato a scuola, così come nei contesti lavorativi dove è più alto il rischio che accadano episodi del genere, non si sarebbe arrivati a tutto questo. “La scuola è l’ambiente che produce moltissimo stress, talvolta le insegnanti portano i loro problemi personali nelle classi, o stanno attraversando un periodo particolarmente difficile, per cui se la prendono con i bambini che sono molto più deboli e indifesi. Non bisogna certo giustificarle. Ma prima di arrivare alle violenze perché non si è misurato il livello di benessere scolastico? Perché, come la legge impone, non si è lavorato sulla prevenzione dello stress? Sicuramente sarebbero emerse delle anomalie subito, senza dover poi correre ai ripari”.

“Noi siamo fermamente contrari all’uso delle telecamere in classe perché sappiamo che nella categoria insegnanti ci sono soprattutto validi professionisti. Nella scuola non si può instaurare un regime poliziesco. Le telecamere vanno bene per individuare i reati, non servono a fare prevenzione. Il modo per fare prevenzione però esiste. Abbiamo gli strumenti ed il Parlamento ha approvato una legge che consente una efficace quanto obbligatoria opera di prevenzione. Non aspettiamo il prossimo caso”, conclude Sellini.

Com. Stam. Ric. Pubbl.

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