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Ciro Vive: un libro, un’associazione, una promessa

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E’ stato presentato ieri nella sede del Coni il libro “Ciro Vive”, dedicato a Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito da un altro tifoso di calcio della Roma, poi morto dopo 52 giorni di agonia al Policlinico Gemelli. Alla presenza di tutta la famiglia di Ciro, della giornalista Vittoriana Abate che ha collaborato alla stesura del libro, del Sottosegretario di Stato Gioacchino Alfano e del cantautore Gigi D’Alessio, il Presidente Malagò si è augurato che la partita di sabato 4 aprile allo Stadio Olimpico, sia un’occasione speciale proprio perché nel periodo pasquale, pertanto “dopo quanto accaduto in passato, dopo la presentazione di questo libro, e calcolando che il giorno dopo sarà Pasqua, la partita Roma-Napoli deve essere una festa dello sport – ha dichiarato il n.1 del Coni – l’auspicio è che tutto vada bene, e onestamente non mi sembra ci sia particolare fermento, quindi mi auguro che non covi nulla sotto le ceneri”.
Il sindaco di Napoli Antonio De Magistris durante la presentazione è intervenuto telefonicamente e ha dichiarato che “le responsabilità non sono solo di chi ha ucciso Ciro ma anche di chi doveva garantire l’ordine pubblico in modo efficace. Su questo c’è stato un silenzio assordante. Andava evitato che le diverse tifoserie si mescolassero”.
Fra gli ospiti anche Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera dei Deputati, che si è detto molto colpito per l’atteggiamento di Antonella Leardi, volto a dare serenità piuttosto che sentimenti di odio.
La compostezza di mamma Antonella è stata incredibile, è una donna piena di buoni sentimenti e senza alcun desiderio di vendetta. D’Alessio ha sottolineato che la signora Leardi ha fatto fare una bella figura a Napoli, lei che con la sua famiglia proviene dal difficile quartiere di Scampia, che fa pensare a Gomorra, alla criminalità e nessuno immagina che tra quei palazzi ci siano famiglie perbene, che riescono a crescere i propri figli con sacrificio e lontani dai guai, con sogni semplici, come quelli che aveva Ciro, che voleva prendere il diploma serale e poi sposare la sua Simona. Ciro comprava le pentole perché stava mettendo da parte il corredo come facevano le ragazze di una volta e poi non si comprava vestiti, perché i soldini che guadagnava con il suo lavoro li usava per andare in trasferta e seguire il Napoli. Amava la sua squadra e voleva vedere le partite fuori casa.
Lo stadio è un luogo dove si dovrebbe andare la domenica con i ragazzi, a vedere la partita serenamente, con tutta la famiglia, senza temere per la propria incolumità. Condividere per novanta minuti un divertimento, uno sport che è anche spettacolo.
“Ciro Vive” è anche un’associazione che si interessa di raccogliere fondi da destinare alle periferie che sappiamo bene essere i luoghi dimenticati delle città. “Ci auguriamo – ha detto in chiusura Antonella Leardi – che si possa concretizzare qualcosa per Scampia, per la città di Napoli e per tutte quelle città che hanno le periferie schiacciate, maltrattate. Io sono cittadina di Scampia ma anche una cittadina italiana”.
@vanessaseffer

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