Scarcerato pochi mesi fa (dopo essere stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina), destinatario di un ordine di allontanamento dall’Italia e di un provvedimento di espulsione. Eppure tranquillamente libero di passeggiare per Catania, accedere al pronto soccorso del Vittorio Emanuele per avere un farmaco e minacciare con il taglierino il personale medico di turno la cui unica colpa, come sempre, è quella di fare il proprio dovere e non cedere alle minacce di un delinquente. In qualità di consigliere comunale il sottoscritto, Maurizio Mirenda, denuncia l’ennesimo episodio di violenza e prevaricazione all’interno di una struttura ospedaliera di Catania. Luoghi dove la carenza di sorveglianza è troppo evidente per non prendere subito gli opportuni provvedimenti. Se non ci sono state, in questo caso, conseguenze gravi il merito è solo del pronto intervento di un vigilantes che ha bloccato e disarmato l’algerino ma che, per questo, si è beccato un colpo al torace con conseguente lesione guaribile in 21 giorni. Fino a quando bisognerà sopportare tutto questo? Fino a quando medici ed infermieri dovranno sopportare la maleducazione, la prevaricazione, le violenze e gli insulti del maleducato o del delinquente di turno? Cosa si aspetta a potenziare i pronto soccorsi di Catania ricorrendo magari all’impiego dell’esercito? Domande a cui l’amministrazione comunale e gli altri soggetti preposti alla pubblica sicurezza devono dare immediate risposte. Questo genere di gesti criminali si verificano con una costanza drammatica e non si può restare con le mani in mano fino a quando non ci scapperà la tragedia. Solo allora, forse, avremo presidi ospedalieri assolutamente sicuri per tutti?
Maurizio Mirenda Consigliere Comunale Catania
Com. Sta. Ric. Pubbl.