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Il pioniere del “Profondismo pittorico” espone all’Ismett

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[dropcap size=big]t[/dropcap]rasgredire il sublime attraverso l’uso di vari materiali, colori e tendenze, Ignazio Penzovecchio espone le sue opere presso l’ospedale Civico di Palermo. Pioniere del Profondismo pittorico, manipola i colori e li amalgama creando visioni che attraversano il sublime fino a destabilizzare chi le guarda. Vanta esposizioni presso l’Atelier Artexpertise di Firenze, il maestro, e addirittura, una delle sue opere è stata donata a Papa Benedetto XVI ed è custodita nei saloni del Vaticano. Una scuola, degli allievi, il “profondismo pittorico”, come lui stesso definisce, nasce dall’esperienza dell’artista che lo porta a creare una nuova corrente pittorica. Un linguaggio sicuramente criptico, ma non illeggibile. L’occhio attento di un appassionato riesce ad estrapolare tutte le informazioni che l’autore cerca di dare. Un  poeta, ama definirsi, che scrive le sue opere. Il profondismo nasce dall’idea di voler raccontare le sue poesie, la realtà contemporanea, e lo fa servendosi dei colori, del sublime. La Vigna del Signore è il dipinto principale dell’esposizione e narra di un  cuore che custodisce gelosamente l’anima di Gesù bambino, in una tecnica pittorica moderna e profonda. La sua maturità in termini di innovazione la troviamo in dodecaedro dove l’autore cerca di spiegare il perché le province siciliane siano 12 e non 9. Ritrae anche i talenti dei giocatori del Parma, il maestro, in un’estemporanea sportiva che racchiude anche le firme dei giocatori stessi, impresse sulla tela. Altre delle sue opere sono visibili presso la Galleria Civica d’Arte Moderna G. Sciortino di Monreale.

 

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