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Il professor Cenerentolo ~ La ricetta grumosa

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È dal 1997 di Fuochi d’artificio – eccezionalmente non distribuito a Natale – che Leonardo Pieraccioni sforna un film ogni biennio (Il mio West del 1998 non conta perché non lo diresse lui). Alle spalle, limitandoci alle interpretazioni accompagnate dalle regie, due inattesi exploit; all’orizzonte una lunga serie di commedie progressivamente stiracchiate, improntate solo su gag sovente trascinate (anche se funzionanti) e sulle bizzarrie di personaggi abbozzati. All’inizio non sembrava: la varietà di ambienti, mestieri e perfino problematiche interpersonali sfoggiata dai soggetti dava l’idea di una reale volontà di esplorare – al di là di risultati forse limitati – vie diverse; insomma, intenzioni da incoraggiare con pazienza. Dal 2007, quando uscì Una moglie bellissima, emerse una constatazione che gettò ombra pure sul precedente operato: Leonardo rifà sempre Leonardo, contando quasi esclusivamente sull’ascendente che ha sul pubblico e curando poco evoluzioni narrative o sfumature di intrecci sentimentali (con bellezze non più obbligatoriamente esotiche) che finiscono con il somigliarsi.
È vero, la voglia di divertire di Pieraccioni è palpabile, e la sua invadenza recitativa non esclude gli altri attori. Ma paiono dissipati i timidi buoni propositi intravisti nel precedente Un fantastico via vai, magari autocelebrativo però rivolto ai giovani. Tuttavia lì il co-sceneggiatore era Paolo Genovese, uno che negli anni ha dimostrato di saper confezionare scripts perlomeno brillanti; ora il comico fiorentino torna a collaborare con Giovanni Veronesi (responsabile del malriuscito “western” sopracitato), la cui crisi d’ispirazione, invece, perdura.
Il plot inquadra un dotto galeotto, finito dentro (sull’isola di Ventotene) per tentata rapina (era un imprenditore alla canna del gas) e proprio a fine pena scambiato da un’insegnante di danza un po’ tocca (Laura Chiatti, che segue delle incongrue indicazioni per apparire buffa) per uomo libero a causa del suo permesso di lavorare in biblioteca. Ovviamente il nostro non fa alcunché per chiarire l’equivoco… Menzogne, furtarelli, effrazioni esplosive, violazioni del regime carcerario, dileggi su nanismo (del capace caratterista Davide Marotta) e razze, a tutto s’invita a passar sopra (possibilmente) con un sorriso. Intorno, il solito direttore di prigione (Flavio Insinna) ingenuo, vanesio e vessato dalla moglie (nemmeno una scena con la figlia adottiva, la brava Lorena Cesarini), il solito recluso siculo (Sergio Friscia, che almeno ci mette del suo), il solito cane mangione, il solito Ceccherini… Non per snobismo, ma davvero non è lecito pretendere qualcosa in più?

Il professor Cenerentolo (Italia, 2015) di Leonardo Pieraccioni con Leonardo Pieraccioni, Laura Chiatti, Davide Marotta, Flavio Insinna, Massimo Ceccherini

di Massimo Arciresi

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KKKKK
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