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Il risveglio dei Samurai

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Il Giappone sta incrementando progressivamente le spese militari. Questo potrebbe apparire in parziale controtendenza in un periodo in cui, complice la crisi, le spese militari sono soggette a contenimento. L’anomalia, trattandosi del Giappone, sta anche nel fatto che, all’indomani della seconda guerra mondiale le condizioni di pace imposte dagli Alleati, hanno prescritto al Giappone di non potersi dotare di un esercito né di strumenti per la guerra. Ivi compresa, dunque, una flotta. Ciò è prescritto, in termini rigorosi, anche nella Costituzione nipponica, che parla espressamente della costituzione di una non meglio definita “forza di autodifesa”. Oggi, anche a seguito della continua condizione di tensione che c’è nei confronti della Cina, le cose stanno radicalmente cambiando. Gli esperti, infatti, hanno notato una progressiva ripresa degli sforzi atti a dotare il nascente esercito giapponese degli strumenti militari più adatti. Lo stesso può dirsi per la flotta militare, sino a ieri praticamente inesistente ma pur tuttavia erede di una tradizione bellica sicuramente forte. Non dimentichiamo quanto è costata all’US Navy la campagna nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale. Le recenti tensioni internazionali e l’uccisione degli ostaggi giapponesi per mano dell’Isis, poi, hanno contribuito a far crescere nell’opinione pubblica la consapevolezza di dover dotare il Paese di validi strumenti di deterrenza e ritorsione. Naturalmente la Cina, scomodo vicino di casa, non può che mostrare tutta la sua irritazione per il riaffiorare in Giappone di un lontano orgoglio guerriero che sembrava essersi spento.

KKKKK
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