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l mistero dell’Italia a due velocità

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Italia, sempre maggiori sono le lamentele che giungono da una popolazione strozzata dalla pressione fiscale, ma tra chi si lamenta, sembra esservi anche chi dietro le lamentele cela ricchezze nascoste. Il dato emerge da un’inchiesta de La Stampa, che mostra come gli italiani nonostante tutto non riesco a rinunciare ad avere un po’ di lusso, in particolar modo per quanto attiene al settore automobilistico. L’inchiesta prende luogo dal recente documento del Dipartimento delle Finanze, dal quale emerge la solita Italia a due velocità: il Sud denuncia una media per contribuente che è la metà di quella del Nord. Riformulando i dati in modo da confrontarli con il mercato dell’auto, appare quanto meno paradossale come a guadagni più bassi corrispondono autovetture più lussuose. Ci sono zone del Paese come il Nord Est (ma solo una parte), il nord della Puglia, la Basilicata, una bella fetta di Calabria, il sud della Sicilia e il nord della Sardegna dove, a fronte di redditi dichiarati (a volte infimi) il numero di belle auto è sproporzionato. Altre zone, normalmente considerate ricche, come il Nord Ovest, gran parte della Toscana e il Lazio, hanno un parco auto decisamente modesto per quel che dichiarano. Tra i casi emblematici, Isernia dove risultano immatricolate 60.463 auto. Ma nonostante i 14mila euro di reddito medio, le utilitarie sono appena un quinto. Girano però 1506 auto sopra i 2500 cc. I contribuenti più ricchi (quelli che dichiarano oltre 120.000 euro l’anno) sono appena 125. Meno delle sole Jaguar immatricolate: 133. Non è da meno la Sardegna, che vive un conflitto curioso. Sono gli abitanti della provincia di Cagliari, nel Sud, i più ricchi. Ma è nella provincia di Olbia Tempio che si vedono più auto lussuose. Dalle parti del Golfo degli Aranci è possibile imbattersi in una Rolls Royce, 137 Porsche, 22 Ferrari e 24 Maserati.

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