Economia e Lavoro

Le cooperative salveranno l’economia

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[dropcap size=big]è[/dropcap]Jeremy Rifkin, autore del libro “La società a costo marginale zero”, che considera le cooperative come il fulcro della nuova economia partecipata. Le cooperative italiane dovrebbero espandere il loro sistema economico quindi, in uno scenario basato più sulla condivisione che sulla divisione di beni.  Un censimento del 2011, dell’industria e dei servizi, conta da 55 a 60 mila cooperative che si trovano nel pieno della crisi economica. Sarebbero state in grado di raggiungere, circa 120 miliardi come volume di produzione.  Molti economi, sostengono che le cooperative, agiscono in maniera anticiclica, quindi, risentono meno dei periodi di recessione perché reagiscono al contrario agli andamenti economici.  Le cooperative nascono con l’intenzione di salvare i posti di lavoro, mentre le Spa, sono portate ad adottare una politica di riduzione di costi complessivi  del lavoro.  Gli investimenti delle aziende cooperative variano in base alle regioni. Si registrano i tassi più alti di capitali investiti, nelle cooperative in Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia. Tuttavia, anche queste aziende oggi hanno sentito duri colpi. Nel secondo quadrimestre del 2014 il 21% delle cooperative dichiara un fatturato abbastanza stazionario. Le motivazioni riguardano maggiormente, ritardi nei pagamenti da parte di p.a, inflazione.  Le imprese coop maggiormente in difficoltà sono quelle del settore costruzioni. Oggi, secondo la nota “longevità e resilienza” di Alleanza Cooperative Italiane, sarebbero aziende di nuova costituzione quelle più fragili, riportando insicurezze patrimoniali. Quelle più anziane, hanno maggiore possibilità d’investimento. Molte delle quali, guarda al futuro con timore, considerando un notevole peggioramento economico del paese che li toccherà personalmente.

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