Un investimento di circa 135 milioni di euro. E’ questa la cifra estrapolata dal piano della Raffineria Ram di Milazzo e presentata a Cgil, Cisl e Uil e alle rispettive categorie dei metalmeccanici, degli edili e dei chimici. Soldi che, nonostante le chiusure degli impianti siciliani del settore, confermano come la Ram voglia rimanere e aumentare il proprio mercato. L’obiettivo fondamentale sarà accrescere la difesa della sicurezza e dell’ambiente al fine di migliorare gli impianti, tenendoli al passo coi tempi. A riguardo, nel mese di maggio, l’impianto si fermerà per 58 giorni, durante il quale si procederà alla manutenzione straordinaria degli impianti. Un totale di 700 mila ore di “nuovo” lavoro, che impiegherà all’interno della raffineria ben 2000 lavoratori. Un segnale forte, che dimostra la mentalità e la direzione che tanto è stata desiderata dalle rappresentanze dei lavoratori. “Un impianto di tali dimensioni, ormai divenuto raro in un’area a così forte rischio sociale – hanno commentato Cgil, Cisl e Uil – deve mantenere in modo continuo l’attenzione nei confronti della sicurezza e dell’ambiente, rendendo trasparente il rapporto con la collettività e scongiurando quindi ogni facile allarmismo”. Un progetto già chiesto in passato da Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom, Uilm, Feneal, Filca, Fillea, Filctem, Femca e Uiltec a Ram, Confindustria ed imprese, mettendo in primo piano la difesa e l’aumento del lavoro. La richiesta è un’altra, quella di avviare un nuovo percorso, che permetta ai giovani impiegati con contratto a termine, di potersi specializzare, aumentando così la propria professionalità e qualità nell’azienda.
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