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Molestie sessuali: dal contrasto del fenomeno si è giunti a una “caccia alle streghe”

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Pescara 14 febbraio 2018: la pubblicazione Proversi.it di questa settimana affronta il recente dibattito seguito allo scandalo scoppiato negli Stati Uniti con il “caso Weinstein” e propagatosi fino in Europa.
Le molestie sessuali, da tabù, sono diventate un tema molto caldo.
Maggiormente diffuse nei luoghi di lavoro a danno delle donne, le molestie sessuali non si configurano come reato, ma si collocano al confine tra la “molestia” e la “violenza sessuale”.
I mass media hanno dato ampio spazio alle storie delle vittime che hanno denunciato molestie di diversa natura e gravità, ma si corre il rischio di fare eccessive generalizzazioni su un fenomeno profondamente radicato nella società moderna, non facendo le dovute distinzioni, soprattutto in merito alla gravità dell’atto subito.
Sullo sfondo, una distinzione non sempre facile tra corteggiamento e molestia, in una complessità che richiederebbe interventi decisi e immediati.

A tenere alti i toni del dibattito sono soprattutto coloro i quali sostengono che il mondo sia pieno di potenziali Weinstein, come si evince dal fatto che sono bastate poche denunce per far emergere un fenomeno di dimensioni mondiali. Le molestie sono più condannabili quando avvengono nel luogo di lavoro, dove si presume vi sia uno squilibrio tra i soggetti coinvolti: a un bisogno della vittima risponde la messa in atto di un ricatto da parte del responsabile.
Le donne che subiscono molestie hanno paura di denunciare perché rischiano di perdere il posto di lavoro, di subire ritorsioni nella loro vita privata o che la molestia subita sia valutata con leggerezza, come semplice atto di corteggiamento. C’è inoltre sfiducia nelle istituzioni e nei loro tempi d’intervento, nonostante i dati sulle molestie sessuali siano allarmanti e ci sia urgenza di un intervento condiviso per porre freno a pratiche che possono costituire reato.

I critici verso quest’ondata di delazioni, soprattutto se intempestive, sostengono che si sia innescata una vera e propria “caccia alle streghe” che distrugge carriere e famiglie attraverso un processo mediatico, colpevolizzando preventivamente senza possibilità di difesa.
Certe pratiche si sono sempre verificate senza provocare tutto questo clamore mediatico. Le dinamiche che si verificano tanto nei posti di lavoro quanto nella vita di tutti i giorni, fanno parte di un vero e proprio gioco della seduzione.
Le donne non denunciano perché è un meccanismo che, in determinati casi, può portare un vantaggio superiore. L’opinione pubblica fa passare per vittima anche chi ha invece sfruttato una situazione per fare carriera. Pur facendo le opportune distinzioni, alcune donne sono consapevoli del loro potere e a volte ne approfittano per avere vantaggi nell’avanzamento di carriera.
Questa ondata di “finto perbenismo” rischia di confondere corteggiamento e molestia, a detrimento del gioco della seduzione nel rapporto uomo/donna.
Leggi la discussione: http://proversi.it/discussioni/pro-contro/175-molestie-sessuali-dal-contrasto-del-fenomeno-si-e-giunti-a-una-caccia-alle-streghe
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Com. Stam. Fonte PorVersi

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