Politica

Riforma delle Province, polemiche, bagarre e Crocetta vicino a querelare Cascio

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Ennesima bagarre in aula durante la seduta per la Riforma delle Province, a ventiquattr’ore dalla scadenza degli incarichi degli attuali commissari; il Centrodestra ha chiesto come può essere approvata una legge di tale importanza se non esiste nemmeno un bilancio. Tra l’altro, non tutte le parti politiche erano presenti – Pd grande assente – ed è stato chiesto al presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone di sospendere la discussione per questa ragione, perché si stava parlando del futuro dei cittadini, di modificare e regolamentare gli Enti Locali per i prossimi decenni, senza che questi nemmeno lo sapessero. L’opposizione non c’era, il bilancio non c’era, e questa riunione, che è stata rinviata di mese in mese, non si poteva più rimandare. Marianna Flauto della Uiltucs Sicilia ha proposto ai deputati dell’Ars un emendamento per garantire i livelli di occupazione delle società partecipate delle ex Province, che contano circa 800 dipendenti. Questa norma consentirebbe ai lavoratori assunti a tempo indeterminato di essere ricollocati presso altri enti che erogano servizi per la collettività. A essere parti interessate sono la Palermo Energia, la Caltanissetta Service, la Siracusa Servizi e la Publiservizi spa. Sono volate parole grosse fra Rosario Crocetta e Francesco Cascio. «Il fatto che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, risponda a delle critiche di carattere politico, manifestando l’intenzione di querelarmi, evidentemente dimostra, ancora una volta, che la sua gestione è priva di contenuti sostanziali e che, rispetto al delicato tema del bilancio, non ha nulla su cui poggiare le sue risposte» ha dichiarato Francesco Cascio coordinatore di Ncd. «In quanto alla mia educazione, preciso che non ho nulla da imparare da lui». Questa risposta si deve al fatto che il governatore si è sentito insultato da alcune battute al suo ingresso in aula, qualcuno, infatti, gli ha dato del folle, ha detto che ha perduto il senso della realtà, poiché a due anni del grande annuncio, quando disse a suo tempo esultando “abbiamo abolito il vecchio ente”, e ad oggi non si è ancora visto alcun risultato delle sue parole.
Il teatrino del tutti contro tutti, che non aiuta mai a risolvere le cose, che denuncia, offende, minaccia, lacera, accusa, ridicolizza, che fa perdere tanto di quel tempo e poi, come sappiamo bene, pasticcia tutto come una polvere appiccicosa e finissima che annebbia la vista, non smette mai di andare in scena. Che succederà adesso senza le Province? Chi si occuperà delle strade (provinciali) che sappiamo quanto siano sgangherate in Sicilia, delle scuole, della gestione dei rifiuti, dell’acqua? Si sovraccaricheranno i Comuni? E di tutti quei lavoratori che devono trasmigrare da un palazzo ad un altro, da un lavoro ad un altro? Per i precari, poi, che futuro ci sarà? Si reputa nessuno! Il deputato Erasmo Palazzotto (Sel) ha commentato: «Questo sarebbe il momento ideale per staccare la spina a questo governo, per restituire la parola ai cittadini che potranno così giudicare chi ha condannato la Sicilia a questo martirio».
Crocetta sa chiedere tanto ai siciliani, di fare sacrifici per risanare i debiti di qualcun altro chiedendo un mutuo allo Stato di due miliardi che andrebbe scontato per i prossimi trent’anni, ma non chiede sacrifici ai suoi amici, al suo cerchio magico, a cui alza lo stipendio annuo. Quindi, taglia ai dipendenti regionali e in finanziaria e alza le indennità dei suoi fedelissimi.
Ma quel che è peggio è che la classe dirigente e la classe politica siciliana non hanno la più pallida idea di quali siano le soluzioni alle problematiche che ieri in aula sono state sollevate, insulti a parte. E sono passati due anni da quando Crocetta ha pronunciato quelle famose parole. Non si sa nemmeno se l’abolizione delle Province sia stata cosa buona e giusta.

Di Vanessa Seffer

KKKKK
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