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Ue, immigrazione. Tante parole ma pochi fatti

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Dinanzi all’ultima strage di immigrati che si è registrata nel mar Mediterraneo, l’Ue continua a perdere tempo, dal momento che non si registra nessun accordo tra i diversi leader. Anzi si evidenzia, ancor di più, una divisione in tema di immigrazione. Forse, per i leader europei, non è abbastanza chiaro che migliaia di persone rischiano di morire nel tentativo di sfuggire a guerra e povertà. Per comprendere meglio l’incompetenza che sta dimostrando l’Ue, possiamo riportare una parte del discorso che Crozza ha esposto in occasione della sua copertina durante il programma televisivo “diMartedì’’: «In Europa abbiamo direttive su tutto, tranne in materia di immigrazione. Se in Europa sta per fallire una banca, nel giro di mezzora risolvono tutto». Quasi dopo una settimana dall’ennesima disgrazia, si registrano solo parole, ma i fatti sono davvero pochi e inconcludenti. Ad esempio l’unica vera modifica alle politiche attuali seguite dall’Ue sui profughi è stato il rafforzamento finanziario di Triton. La missione gestita da Frontex avrà un budget mensile triplicato rispetto all’attuale, così da costare come Mare Nostrum. Già l’Italia aveva stanziato risorse pari a quelle ora stabilite dall’intera Ue. La missione servirà solamente per pattugliare i confini marittimi del Continente, ma non si potranno recuperare imbarcazioni in difficoltà all’esterno come faceva Mare Nostrum. I ministri degli Interni e degli Esteri avevano aperto a questa estensione nel loro incontro di lunedì 20 aprile, ma i capi di stato e di governo raccolti al Consiglio europeo hanno detto no. Triton riceverà solo più mezzi, finanziari e operativi, ma non cambierà natura. Molti Paesi non vogliono neanche sentir parlare di «quote» per l’accoglienza. Il primo no è arrivato dal premier del Regno Unito, David Cameron, che si è detto disponibile a fornire diverse navi per aiutare l’Italia nel programma Triton, ma solo a condizione che i profughi salvati poi rimangano nel nostro Paese. Ci auguriamo che non si ripresenti la stessa situazione del 2013, quando, dopo della tragedia di Lampedusa, dopo la commozione e le belle parole di tutta l’Unione, l’Italia rimase sola a cercare di evitare che quella tragedia si ripetesse.

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