Dalla sperimentazione al mondo reale, “Towfish” è pronto. Si tratta di un nuovo quanto innovativo mezzo subacqueo, capace di svolgere operazioni di monitoraggio, prevenzione e riduzione dell’inquinamento atmosferico e marino nel canale siculo-maltese. L’idea, concepita dai dipartimenti di Ingegneria industriale dell’Università di Catania e di Malta, in nesso con il programma europeo “Biodivalue”, è giunta a compimento per far fronte alle plurime attività di trasporto marittimo, commerciale, peschereccio e turistico svolte nel mar Mediterraneo. Con “Towfish” si punterà all’approfondimento e al contrasto degli effetti scaturiti dal transito marittimo sugli ecosistemi marino e costiero, con la finalità di proteggerne la biodiversità.
Una sperimentazione partita nel luglio 2012 e che mette oggi a disposizione degli organi politici competenti un importante strumento di gestione del traffico marittimo. Secondo diversi studi, tra cui rientra “Unep Map”, il programma delle Nazioni Unite per la tutela del Mediterraneo, le acque che circondano la Sicilia risultano senza dubbio le più inquinate dell’intero pianeta. Circa 100.000 le tonnellate di greggio che annualmente vengono rilasciate nel Mare Nostrum. Un innalzamento continuo del tasso di idrocarburi che continuerà senza sosta se non si cercherà di limitare il traffico mondiale di prodotti petroliferi, a cui si aggiungono i transiti di 2.000 traghetti, 1.500 cargo e 2.000 imbarcazioni commerciali. Contaminazioni di petrolio, che per via accidentale o meno, si sommano con le molteplici pratiche illegali di scarico nelle acque, e che senza un intervento diretto, porteranno il Mediterraneo a un danneggiamento irreversibile.
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