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Quante altre vite dovranno spegnersi prima che tutto finisca?

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Quanti uomini, quante donne, quanti bambini devono ancora morire per mettere fine a questo vergognoso genocidio di vite umane che, ormai da più di venti anni, sta rendendo il Mediterraneo il cimitero più grande del mondo? Inquietanti notizie di immigrati di religione cristiana gettati in pasto agli squali dagli stessi compagni di sventura. A seguire la notizia della tragica morte di circa 700 migranti, di cui non si potrà mai sapere il numero preciso, e molti dei quali non potranno nemmeno essere recuperati. Tutto questo avviene attorno alla civilissima Italia, e ancor di più Europa, e tra dichiarazioni commosse e ipocrite di ministri e autorità che arrivano in Sicilia per la passerella di turno, si intravede anche chi cavalca l’onda della falsa etica per ragioni meramente elettorali. Posizioni che non aggiungono nulla di nuovo, solo ripetitive e sopratutto inconcludenti. Come quelle della Lega Nord o di altri esponenti della destra, che trovano particolari riscontri nel fungere da megafono assordante per l’opinione pubblica. Dall’altra parte la sinistra, che propone il “miglioramento” del trasporto in mare delle masse di profughi gestiti dagli irrefrenabili sfruttatori.

Dinanzi a una situazione simile non bisogna più recriminare, ma trovare una soluzione. Quale? Si chiederanno in molti. Questo compito spetterebbe alle forze politiche e sociali, oltre che alle autorità italiane ed europee, unite da un legame che sopratutto oggi appare solo cartaceo. Ai cittadini siciliani, che assistono increduli ed impotenti a questa disperazione e ai cadaveri che si porta dietro, non rimane altro che aspettare che i grandi decidano cosa fare. Una democrazia che di democratico ha ben poco, data l’estraneità e la lontananza che ogni cittadino sente dinanzi alla parola Stato. Per non parlare dell’Europa, che non riesce a trovare soluzioni alternative “all’intervento armato” o alle “braccia allargate”. Un modo come un altro che fa sì che i paesi europei si lavino le mani e girino la faccia, voltando le spalle a una dramma che vedrà l’Italia sempre più vittima.

Chissà quando gli Stati Uniti e l’Europa avranno un ripensamento su quello che hanno fatto in passato. Com’è noto, gran parte di queste situazioni sono state da loro favorite, se non del tutto create. Incauti interventi finalizzati solo ed esclusivamente agli interessi, e cellophanati come esportazioni di valori e democrazia nel mondo. Adesso il danno è fatto, e come successo in passato nulla è cambiato e altri barconi sono già in mare diretti verso la Sicilia. Ma la situazione non potrà durare ancora per molto. Bisogna scegliere: l’umanità si salva tutta o non si salva.

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