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Angelo Figuccia: “Amat, per evitare il fallimento intensificare la lotta agli sprechi e a chi non paga il biglietto”

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“Che l’Amat sia sull’orlo del fallimento è un segreto di Pulcinella. Se si vuole evitarlo, è indispensabile una seria lotta sia agli sprechi, che ancora imperano in via Roccazzo, sia a chi non paga il biglietto dell’autobus o del tram”. Lo afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che prosegue: “Stamattina, con i colleghi della Terza Commissione Consiliare, abbiamo ricevuto in audizione il direttore generale dell’Amat Gianfranco Rossi, al quale abbiamo chiesto una serie di chiarimenti, tra cui la pianta organica e numerica del personale e i motivi dei cambi di qualifica di parecchi dipendenti.

Rossi, che si è insediato all’inizio di marzo, ci ha chiesto ulteriore tempo per rispondere alle nostre osservazioni. Ma, in attesa che il neo direttore generale dell’Amat prenda piena conoscenza della complessa macchina aziendale, ci permettiamo umilmente di suggerire alcuni consigli che pensiamo possano dare un concreto aiuto se si vuole evitare il rischio del fallimento. A cominciare da una finalmente seria lotta agli sprechi che, purtroppo, sono un male duro a morire. Sembrerebbe, ad esempio, che siano stati affidati incarichi senza alcun ordine di servizio a dipendenti che, pur in possesso di una specifica qualifica, siano stati destinati a mansioni completamente differenti.

Ma, il re dei problemi che continuano ad affliggere l’Amat è il sempre crescente numero di chi non paga il biglietto, sia sui bus che sul tram. Eppure, basterebbe davvero poco per contrastare fermamente questo malcostume, prendendo ad esempio ciò che fanno nelle più grandi città europee o, semplicemente, le aziende che svolgono il servizio di trasporto extraurbano: chi non ha il biglietto o l’abbonamento non può salire sui mezzi, sia bus che tram. E’ chiaro che occorrono molti addetti per far ciò, ma siano sicuri che tra le protettive mura di via Roccazzo o del deposito di Brancaccio ci siano centinaia di dipendenti che possono tranquillamente essere destinati a questo compito. Basta soltanto un pizzico di volontà organizzativa in più. Mi auguro che il neo direttore Rossi ascolti questi modesti suggerimenti e che cominci un percorso virtuoso per portare l’Amat fuori dalle paludi dove attualmente si trova”.

Com. Stam.Ric. Pubbl.

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