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Antonino Alletto “bisogna essere responsabili delle proprie azioni e non si può sempre attaccare la polizia”

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Le opinioni di Antonino Alletto, segretario nazionale del Sindacato poliziotti riformisti, in merito alla questione di Tortosa che sta alimentando dibattiti in tutta Italia. Il Segretario si è espresso anche per quel che riguarda la questione legata al padre di Giuliano.

Tortosa sospeso dal servizio, lei che pensa? E cosa pensa di quello che ha annunciato il capo della polizia prima della sospensione?

Noi abbiamo dei regolamenti di servizio che ci impongono un comportamento ligio alle regole istituzionali sia in servizio che fuori servizio è una legge ormai antica dell’81 siamo soggetti a una legge dello stato che è la 737, in atto, che viene applicata quando non abbiamo un comportamento consono al nostro tipo di lavoro che deve essere comunque nel rispetto di leggi. Fatta questa premessa, ritengo che questa norma 737 viene utilizzata a piacimento, faccio un esempio, nel caso del collega che ha fatto un’esternazione personale che non è condivisibile dalla stragrande maggioranza dei poliziotti in quanto non pensano e non agiscono in questo modo e l’abbiamo dimostrato negli anni sacrificando poliziotti uccisi nella nostra terra e piangiamo ancora i nostri morti nella nostra terra; detto questo, dico che il regolamento di servizio va applicato per tutti e a tutti i livelli, se un capo della polizia ha fatto esternazioni particolari ed è stato sospeso dall’incarico, non mi risulta che altri dirigenti siano stati sospesi dal servizio, mi risulta che questo collega ha fatto un’esternazione per la quale ha chiesto scusa immediatamente perché possibilmente non ha capito la gravità dei contenuti delle sue affermazioni e il capo della polizia, soddisfacendo la platea, ha detto che prenderà provvedimenti nei confronti del collega. Nel merito ritengo che l’azione disciplinare debba essere applicata per chiunque sbagli non per semplici casi che hanno particolare risalto mediatico come è successo per questo ragazzo che è stato all’attenzione del mondo, per poi non parlare dei politici, che sostengono di fare attività contro i rom però non vengono sospesi quindi è una Italia che va a diverse velocità e s’insiste nel punire le fasce più deboli e in questo caso chi ha affermato un’idea, un’opinione “sbagliata” ma un’opinione sua, non della nostra categoria.

Alfano posta su Twitter: “Bene la decisione della Polizia. Abbiamo fatto il giusto e lo abbiamo fatto presto”, cosa pensa in merito a questa esternazione?

Io ritengo che il Ministro Alfano dovrebbe occuparsi di tutto ciò che serve per la funzionalità della Polizia di Stato evitando facili enunciazioni, “ma è un politico lo capisco”, e limitando alla sua azione di Governo a darci quegli strumenti indispensabili per la lotta alla criminalità comune e organizzata, questa è una risposta che ci attendiamo noi poliziotti da parte del ministro degli interni, questa invece, è una frase rivolta ai fans e non alla sostanza.

Pansa: “chi sbaglia paga ma oggi la polizia è un’altra cosa” a cosa alludeva con questa dichiarazione?

Per cambiamento nella polizia dovrebbe cambiare il sistema complessivo, una legge di riforma reale della PS, e dire che noi oggi non siamo stati trasparenti da oggi in poi lo siamo, non è assolutamente vero. La polizia di stato è sempre stata trasparente, i poliziotti operano costantemente sul territorio in virtù di una trasparenza assoluta e basta che uno di noi sbaglia viene accusata tutta la Polizia, non è normale.

In merito al padre di Giuliani che vuole le scuse dallo Stato, nonostante le accuse siano già passate ai tre gradi di giudizio e alla Corte Europea?

Io a un padre cosa posso dire, il figlio è morto, non vuol dire che ci devono essere delle responsabilità da addebitare ad altri, ognuno deve essere responsabile delle proprie azioni. Sui morti viene difficile esprimere opinioni, noi siamo per la vita non per la morte quando muore qualcuno è un lutto, anche se si tratta di un cittadino violento come il figlio di questo signore, purtroppo è accaduto e nessuno gli può restituire quel bene assoluto che gli è stato tolto, un figlio, ma questo non si deve addebitare agli altri, forse più che altro a un meccanismo complesso, ad un modo di protestare in modi sbagliati. Io mi riferisco ai colleghi che sono sui reparti mobili che svolgono attività di pubblica sicurezza che sono lì a prendersi sputi, sprangate e nessuno si esprime in loro favore, appena c’è qualcuno della polizia, che per difendere istituzioni evita violenze esasperate, i poliziotti sotto processo, i poliziotti sono da condannare, sono questi estremismi che non vanno bene.

Voi come sindacato come intendete agire

Stiamo presentando un documento alla Camera che modifichi la legge che regola la nostra disciplina. In uno dei 15 punti che noi invieremo alla Camera e al Senato, parliamo anche di regole chiare di attività di servizio, quindi la modifica di questa legge; la 737 che è vecchissima. Lei pensi che quando un poliziotto è sottoposto a procedimento disciplinare, ci sono tre persone che svolgono la funzione di accusa e due la difesa, quindi, logicamente su votazione, il poliziotto, viene penalizzato. Chi sbaglia deve pagare la giusta pena sia civile che penale. Io non mi voglio sostituire a un Tribunale. Non è che è perché il figlio di Giuliano era violento doveva morire, ma un padre che perde una figura così importante è giusto che chieda giustizia ed è più che legittimo che continui la sua strada. Ma occorre pensare che bisogna assumersi responsabilità personali, anche in questo caso, siamo pure noi artefici del nostro destino, se faccio un incidente stradale andando a 200 a l’ora e vado a schiantarmi sarà anche colpa mia.

 

mp                                                  photo 15

 

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