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Caso Azzollini: ancora un schiaffo alla legalità da una politica sempre più lontana dai cittadini

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Dopo tante belle parole al vento, alla fine, nel tetro velo del voto segreto, l’aula del Senato salva il senatore Azzollini (NCD) dalla richiesta di arresto avanzata dalla Procura della Repubblica di Trani. Dopo il sì all’arresto della giunta per le autorizzazioni a procedere, il PD lascia “inspiegabilmente” libertà di coscienza ai suoi senatori per il voto in aula. Ma come salvare capra e cavoli? Semplice, con una richiesta di voto segreto! Senza sapere chi ha votato cosa, questi individui hanno salvato dall’arresto una persona che, se fosse un normale cittadino, con grande probabilità sarebbe già in galera da tempo. Mi passano per la mente molti pensieri che riassumo in uno slogan: l’ennesima schifezza. La casta salva nuovamente un proprio affiliato, facendogli scudo contro la magistratura. E questa sarebbe la rottamazione? Questo sarebbe il cambiamento tanto sbandierato? Queste sono le stesse schifezze già viste anni fa. Si afferma che oggi il PD ha votato secondo coscienza perché non c’era una linea comune. Assurdo e falso. Probabilmente questa scelta è dettata solo dal bisogno di salvaguardare i precari equilibri di governo. Sarebbe onesto dirlo a loro stessi ed ai cittadini. Io credo che il PD ha perso un’altra occasione per dimostrare che “non è come gli altri”. Le accuse che già ora piovono da ogni parte peseranno molto sulla credibilità di questo partito. La cosa su cui riflettere con profondità è un’altra: possiamo affidare le istituzioni democratiche e repubblicane a simili soggetti? La Costituzione, in mano a questi individui diventa strumento per beceri calcoli politici. Una cosa è certa: l’attuale sistema dei rapporti tra potere legislativo e potere giudiziario non funziona: la materia va ripensata in modo tale che i delinquenti politici non possono farla franca in maniera così facile e “legale”.

VINCENZO MUSACCHIO
Docente di Diritto Penale presso la Scuola di Formazione (CONF.S.A) in Roma
Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi sulla Corruzione in Roma
Direttore Scientifico della Scuola della Legalità “Don Peppe Diana”
Editorialista de “L’Ora” di Palermo e della Gazzetta del Mezzogiorno

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