Ergastolo, la Consulta respinge il divieto di giudizio abbreviato

E’ legittima la scelta del legislatore di escludere dal ricorso al rito abbreviato per i reati punibili con la massima pena dell’ergastolo.

Lo ha deciso la Corte costituzionale con la sentenza 260, depositata il 3 dicembre, che ha “salvato” la legge 33 del 2019, che appunto esclude tale possibilità di accesso al rito alternativo previsto invece dagli articoli 438 e seguenti del codice di procedura penale per altri reati puniti più lievemente. La questione di legittimità costituzione sulla legge 33 era stata sollevata dalla corte d’assise di Napoli e dal tribunale di Piacenza nel corso di due distinti processi penali a carico di imputati accusati di avere ucciso dei congiunti, reato per il quale è prevista la massima pena dell’ergastolo. La difesa degli imputati avrebbe voluto ricorrere al rito speciale previsto dall’articolo 438, possibilità impedita invece proprio dalla legge 33 del 2019. Da qui la questione di legittimità costituzionale sollevata dai giudici campani e toscani, per possibile violazione del diritto di difesa, questione ora respinta dalla Consulta.

Ciro Cardinale

CS