Cronaca

Evasione dagli arresti domiciliari, sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con la detenzione in carcere

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Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, i Carabinieri delle Stazioni di Librino (CT) e Catania Nesima hanno dato esecuzione a due provvedimenti di sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con quella più afflittiva della detenzione in carcere nei confronti di due catanesi, F. P. di 28 anni e G. P. di 52, emessi dal GIP etneo su richiesta di quest’Ufficio.

Nei giorni scorsi l’implementazione dei servizi di controllo del territorio, disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri nell’ambito dell’operazione “Buona Estate Sicura”, aveva consentito ai militari di sorprendere i due uomini nella flagranza di evasione dagli arresti domiciliari, misura cautelare ai quali erano entrambi sottoposti.

Nello specifico il F. P. , tra l’altro sottoposto anche all’applicazione del braccialetto elettronico, aveva manomesso questo sistema di rilevamento allontanandosi dalla propria abitazione, incurante dell’allarme di evasione da esso generato alla centrale operativa dei Carabinieri. L’attivazione del sistema ha così consentito ai Carabinieri d’intervenire prontamente e quindi constatare l’effettiva assenza dell’uomo dalla sua abitazione. Il 28enne, inoltre, si era disfatto del braccialetto elettronico sul vialetto d’ingresso della sua abitazione, ove è stato rinvenuto dai Carabinieri.

Le immediate ricerche del fuggiasco, hanno però consentito ai militari di localizzarlo ed arrestarlo poco dopo, nei pressi della sua abitazione.

Il G. P. invece, ad un controllo dei Carabinieri finalizzato alla verifica della sua osservanza delle prescrizioni impostegli dalla misura cautelare, è risultato essere assente da casa, in assenza di qualsivoglia autorizzazione che gli consentisse di abbandonarla.

L’attività è stata compendiata dai Carabinieri all’Autorità Giudiziaria che he così documentato i fatti al Giudice che ha emesso il provvedimento, a seguito del quale il F. P. ed il G. P. sono stati associati al carcere catanese di Piazza Lanza.

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