Economia e Lavoro

Fca, Ugl:” Bene partire per un nuovo progetto stabilimento di Melfi”.

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Bene partire per un nuovo progetto stabilimento di Melfi

Il solo fatto che in questi momenti è in visita alla FCA di Melfi il direttore Altavilla in vista di una nuova produzione è per l’Ugl importantissimo a conferma che Fca la necessità di rilanciare il sito lucano dove già si producono Jeep Renegade e 500X e che secondo  quanto dichiarato dall’A.D. Marchionne alla presentazione del Business Plan 2018-2022 di Fca, tenutosi a Balocco nell’ambito del Capital Market in Basilicata si dovrebbe realizzare una nuova vettura “a marchio Jeep del segmento B in sostituzione della Punto”.

Lo dichiarano il segretario Regionale dell’Ugl Basilicata metalmeccanici, Florence Costanzo e il segretario della federazione provinciale di Potenza Giuseppe Palumbo per i quali, “siamo ottimisti e fiduciosi poiché l’A.D. Fca, Sergio Marchionne, ha presento un piano industriale in continuità con il precedente, che permetterebbe di tutelare tutti i livelli occupazionali e l’azzeramento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, sostegno al reddito che ha visto interessare per un lungo periodo sia il sito di Melfi sia, tutto l’indotto ad esso collegato e che ora sono già in netto calo rispetto al passato. E se il direttore operativo di Fca per Europa, Africa e Medio Oriente, Alfredo Altavilla, sta visitando lo stabilimento di Melfi (Potenza) certamente è per nuove missioni produttive per la nostra fabbrica che rimane saldamente a produzione auto in tecnologia altamente avanzata. Il modello di una media di grandezza come la Compass che si potrebbe chiamare Refresh da costruire nel sito di Melfi, dona a noi una speranza – concludono Palumbo e Costanzo – per una tenuta produttiva e per una riqualificazione di tutto quel personale che, a dismissione della produzione Punto che avverrà a breve, può tranquillamente transitare a disposizione della nuova vettura: così da  mantenere gli attuali livelli occupazionali sia nell’ambito Fca sia, nelle tante fabbriche dell’agglomerato dell’indotto che sono la parte più debole del tessuto produttivo di quella zona industriale”

Com. Stam.

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