La scelta del Governo regionale-afferma Vince Figuccia, Vicecapogruppo di Forza Italia all’ARS-di procedere con l’esercizio provvisorio mi preoccupa molto. Soprattutto rispetto alla situazione delle decine di migliaia di precari.
La temporaneita’ del provvedimento, nell’attesa che si possa chiudere il “vero” bilancio, non lascia presagire nulla di buono.
Perché tenere tutti sospesi? Evidentemente non c’è ancora nessuna certezza rispetto alle somme che Roma dovrà garantire a copertura delle migliaia di persone che si è deciso di lasciare appese ad un filo.
E se Renzi avesse in mente di scaricare la Sicilia chiudendo in faccia la porta alle nostre aspettative legittime? Perché il governo nazionale ha mandato solo 900 milioni rinviando il saldo fino al raggiungimento della cifra concordata di 1,4 miliardi di euro? E soprattutto se quei soldi non dovessero arrivare quali sono i capitoli che il governo intende decurtare?
A valutare l’atteggiamento avuto dal pd regionale e da Crocetta in questi anni-continua Figuccia- temo che a farne le spese possano essere le categorie piu’ fragili: i precari, i forestali, i pip e altre categorie di lavoratori per le quali a causa di superficialità e disinteresse non si riescono a trovare soluzioni adeguate.
Parliamo, come nel caso dei 22 mila precari degli enti locali, di personale a cui è affidata la gestione di interi Comuni o ancora dei precari della sanita’, per i quali la carenza di organico e ormai atavica.
Per non parlare poi della mattanza della formazione professionale, uno dei settori in cui si è partiti con licenziamenti inattesi e con l’umiliazione di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.
E allora-conclude Figuccia- in considerazione dei precedenti, ritengo di estrema importanza che Baccei, Crocetta, e agli assessori non sottovalutino, l’impatto che una manovra di questo tipo potrebbe avere in Sicilia, terra tollerante e accogliente, ma stanca di essere umiliata e bastonata, che può trasformarsi in una bestia feroce quando oltre alla sua fame si vuol determinare la morte dei suoi figli.
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