Breve

Film: Allied – Un’ombra nascosta ~ Qual è la verità?


La prima scena della più recente fatica del definitivamente ritrovato Robert Zemeckis (che si appoggia alla solida sceneggiatura di Steven Knight, talvolta fiacco regista) è intrinsecamente eloquente. L’esperta spia Max Vatan (il corrucciato Pitt, ormai abbonato alle divise della Seconda Guerra) è paracadutata nel deserto marocchino, da dove raggiungerà Casablanca (se doveste rintracciare riferimenti all’omonimo film di Curtiz del 1942, già a partire – per l’appunto – dall’anno in cui si svolgono i fatti, non sono casuali). Un’azione di pochi secondi costruita quasi totalmente al computer; forte è il sospetto che un simile e – forse di proposito – abbastanza evidente artificio digitale, al quale, peraltro e non a caso, si ricorre ancora nella presentazione di buona parte delle scenografie, sia posto in apertura a esaltare da subito un tema preponderante, che pervaderà l’intera narrazione ed è connaturato al cinema: quello della finzione. Non è la prima volta (né la più eclatante) che la tecnologia agevola la realizzazione di un lungometraggio. In questo caso, però, l’inganno visivo si coniuga a meraviglia con il tema.

L’agente segreto è in Nord Africa per una missione pericolosa: assassinare un ambasciatore del Reich. Per farlo ha bisogno di una buona copertura, e di una moglie credibile. Gli viene affiancata l’abile Marianne Beauséjour (Cotillard, finalmente tornata ai suoi standard), già infiltratasi nell’alta società coloniale, la cui riconosciuta abilità operativa è (orgoglioso) frutto di una calcolata mancanza di coinvolgimento emotivo. Sicché sposarla per davvero potrebbe non rivelarsi una buona idea, ma fra i due, dopo qualche resistenza “deontologica”, pare scattare un’autentica intesa…

I dialoghi recitati a beneficio delle apparenze, l’omicidio precauzionale mascherato da incidente, la pietà che tradisce umanità, l’irreale parto,i cupi botti in aria, finanche i suoni antitetici che hanno in francese i cognomi dei protagonisti (“vattene” e “buon soggiorno”) sono ulteriori segnali del “doppio fondo” del plot, che, grazie a una sottile venatura di mélo, prende con successo le distanze da precedenti soltanto assonanti (dal fulgido L’onore dei Prizzi all’ingenuamente evocabile – soprattutto dai pettegoli – Mr. & Mrs. Smith, fino a – in parte – Quarto protocollo). Zemeckis arricchisce la portata con sequenze memorabili: la tempesta di sabbia che avvolge gli amanti in auto su tutte, ma restano in mente pure la sparatoria, la convocazione dei superiori (preceduta da una sinistra discesa di scale) e il foglietto da sorvegliare vicino al letto, lasciato sapientemente in ombra, come la formula del fosfato.

Allied – Un’ombra nascosta (Allied, USA/GB, 2016) di Robert Zemeckis con Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Lizzy Caplan, Simon McBurney

 di Massimo Arciresi

KKKKK
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