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Gastroenterologia: complessa procedura eseguita in azienda, la prima del Sud Italia, salva 39enne con grave infezione all’addome

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La consueta, piena sinergia tra i due presidi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria etnea, il “Rodolico” di via Santa Sofia e il “San Marco” di Librino, ha consentito di eseguire con successo, per la prima volta nel Sud Italia con tali caratteristiche, una procedura endoscopica di rilievo nell’unità operativa di Gastroenterologia diretta da Antonio Magnano.

Si tratta dell’innovativa procedura dal nome anglosassone “Endoluminal Vacuum Therapy” con sistema Eso-Sponge che ha permesso di risolvere, in maniera non invasiva, una situazione molto critica per un giovane paziente di 39 anni che presentava un quadro settico importante.
L’alternativa sarebbe stata un intervento chirurgico che, date le circostanze, sarebbe stato gravato da un altissimo rischio di mortalità.
La complessa procedura è stata divisa in 5 sedute, distribuite tra il Policlinico e il San Marco, effettuate dall’équipe gastroenterologica guidata da Santi Mangiafico con la collaborazione dei colleghi medici Leonardo Samperi, Graziano Troina e il personale infermieristico coordinato da Nunzio Rosta e la presenza di Benito Caltabiano, Antonio Carpinato, Manuela Barbagallo, Silvana Sposato e Caterina Pulvirenti.
Gli interventi, sono stati eseguiti tutti in anestesia generale in virtù dell’apporto professionale degli anestesisti Giuseppe Gennaro, Roberto Pappalardo e Marialfina Di Giovanni.
Nello specifico, l’intervento è stato particolarmente delicato e impegnativo sia per le grandi dimensioni della raccolta ascessuale, di ben 18 centimetri, in continuità con lo stomaco, sia per la sua posizione declive, quindi difficile da raggiungere.
Il sistema Eso-Sponge è costituito da una spugna di poliuretano posizionata, nell’ambito di una esofagogastroduodenoscopia, all’interno della cavità attraverso un overtube e quindi collegato al vuoto. Essendo la raccolta in questo caso particolarmente declive é stato molto complesso il rilascio della spugna stessa.
Nonostante il quadro clinico generale già fortemente compromesso, gli specialisti hanno scelto coraggiosamente di effettuare la procedura, studiando nei minimi dettagli l’intervento, anche confrontandosi con colleghi del Nord Italia, da dove proviene Santi Mangiafico, uno degli specialisti ormai ex “cervello in fuga”, rientrato da qualche mese in Sicilia e assunto all’inizio dell’anno in uno dei tanti concorsi banditi dall’azienda ospedaliero universitaria.
Il paziente, dal canto suo, ha risposto positivamente al trattamento, mostrando da subito miglioramenti significativi, cresciuti progressivamente nel corso delle cinque sedute ripetute, con cadenza settimanale, dal personale dei due presidi.
L’uomo, dopo un lungo ricovero al San Marco, è tornato finalmente a casa in ottime condizioni cliniche e felice di aver superato, grazie all’intuizione dei medici, una situazione molto complessa, in cui la linea tra la vita e la morte è stata davvero molto sottile.
L’intervento effettuato, per il fatto di rappresentare uno dei rari “case reports” di Endoluminal Vacuum Therapy presenti in letteratura scientifica -in Italia è effettuato soltanto in pochi centri, nessuno nel Sud del Paese- sarà oggetto di una prossima pubblicazione.

Com. Stam.

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