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Il 2017 si chiude con le favole di… Giufà

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Palermo – Sabato 30 marzo, in Piazza Aragona, n. 19, si è svolta la manifestazione dal titolo “Si cunta e s’arricunta”, organizzata dall’Associazione Frida Kahlo, in collaborazione con l’Associazione ALAB (Liberi Artisti Artigiani Balarm). Ospite la nota poetessa e scrittrice Sara Favarò che, all’insegna delle tradizioni, ha raccontato, a piccoli e grandi presenti, per chiudere il 2017, la fiaba “Giufà e la pelle di capra”, elaborata e scritta dalla stessa Favarò, dopo averla documentata dalla viva voce di una fonte marocchina. Vi si narrano le sorprendenti gesta del personaggio più famoso e curioso, Giufà, appunto, noto in molti paesi del Mediterraneo, anche se con nomi diversi (Mato, Hoha, Giochà, Giuhà) e una delle figure tipiche del finto sciocco, che riesce a proporsi per la vivacità, l’originalità delle soluzioni ma, soprattutto, per la comicità che scaturisce dal suo bizzarro modo di agire, come si evidenzia, anche, nel racconto “Giufà e la pelle di capra” in cui il protagonista, con un espediente, riesce a vendere al mercato, a un ricco signore, una comune pelle di capra per una cospicua somma, nonostante la presenza di numerosi venditori di pelli simili, a prezzi molto ridotti. E’ stata, quindi, la volta di Angela Tinervia, moderna cuntastorie che ha narrato “Tridicinu ‘menzu insalata” e “Rosamarina”; quest’ultima racconta la storia di una regina tanto buona, quanto triste per la mancanza di figli, finché un giorno non incontra una bella pianta di “rosamarina”. Nel raccontare le storie, ben coadiuvata dall’attenta Giusy Albanese, che cura gli effetti speciali, la Tinervia, alla maniera degli antichi cuntastorie si aiuta con un originale cartellone su cui sono disegnate, a colori, su stoffa, le principali scene. Entrambe fanno parte delle numerose fiabe scritte da Giuseppe Pitrè (Palermo 1841-1916), noto medico, storico, linguista e letterato, considerato il fondatore della scienza folkloristica. Parte del ricavato dalla quota di partecipazione alla manifestazione e dalla vendita dei libri della Favarò e dalle Pigotte di Frida Kahlo, andrà a sostegno della realizzazione del “Libero Spazio Espressivo” e del progetto di inclusione, “Mamme di Frida Kahlo” (nota pittrice messicana che riuscì a trasformare la sua sofferenza in arte, ndr).

Franco Verruso

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