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Incendi. Pignatone (M5s): da Roma risposta importante sul contrasto agli incendi

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ROMA – “Quella consumatasi negli ultimi mesi è una vera tragedia ambientale ed economica. I roghi, nella quasi totalità di natura dolosa, hanno devastato l’intero Paese, in particolare le regioni del Sud e la Sicilia soprattutto.

Adesso, dal Governo centrale arriva una risposta importante per rafforzare la prevenzione e il contrasto ai roghi”. Così, il deputato M5S Dedalo Pignatone, componente della commissione Agricoltura alla Camera, commenta il decreto legge sugli incendi boschivi, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e che adesso sarà trasmesso a entrambi i rami del Parlamento. 

“Il provvedimento che fa seguito allo stato di emergenza emanato lo scorso 26 agosto per le regioni Sicilia, Calabria, Molise e Sardegna – continua Pignatone – consente l’urgente rafforzamento delle risorse umane, tecnologiche, aeree e terrestri necessarie per una più adeguata prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, potenziando con 40 milioni di euro le componenti statali impegnate nella lotta attiva e prevedendo l’acquisizione di mezzi aerei e terrestri, attrezzature e strumentazioni. Acquisizioni che potranno avvenire già nell’anno in corso, con risorse aggiuntive a cui si affiancano le risorse disponibili nel PNRR nell’ambito della transizione ecologica. Inoltre, nell’ambito della Strategia per lo sviluppo delle aree interne, sono stanziati 100 milioni nel triennio 2021-2023 in favore degli enti territoriali per la realizzazione di opere come: postazioni di atterraggio dei mezzi di soccorso; infrastrutture quali, ad esempio, vasche di rifornimento idrico utili ad accelerare gli interventi di spegnimento degli incendi; vie di accesso e tracciati spartifuoco”.

“Il decreto, – continua Pignatone – affida al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di stilare, con cadenza triennale, il Piano Nazionale che andrà ad integrare la consueta pianificazione regionale”.

“Infine, importantissimo l’inasprimento delle sanzioni, sia amministrative che penali, in particolare per l’ipotesi in cui ad appiccare il fuoco sia chi avrebbe invece il compito di tutelare il territorio (viene, al riguardo, introdotta una specifica aggravante), e mira a colpire gli interessi degli autori degli illeciti. Una eventuale condanna per incendio doloso non inferiore a due anni comporta, inoltre, per il dipendente pubblico l’estinzione del rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione e l’interdizione dalla possibilità di prestare servizi nell’ambito della lotta contro gli incendi. Come già avviene per il ravvedimento operoso previsto per i reati ambientali, si introduce un’attenuante per chi, invece, prima dell’inizio del processo, provveda alla messa in sicurezza e, ove possibile, al ripristino dei luoghi, salvo che a provocare l’incendio doloso sia chi prestava servizio nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi” – conclude Pignatone.

Com. Stam.

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