Musica

Intervista “Adolfo Durante”

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Ciao Adolfo e gra­zie per es­se­re qui con noi. Ci racconti cosa ha fatto scoccare la scintilla tra te e la musica?

Grazie a voi per avermi invitato. Come si fa a spiegare quando e come scocca la scintilla fra te e la musica, è qualcosa per la quale nasci, accade senza nemmeno che uno se ne accorga, di colpo scopri di avere da dire qualcosa e la voce è ed era il mezzo che meglio mi rappresentava quando ho preso consapevolezza che avrei fatto questo lavoro nella vita. Francamente è una domanda a cui non so dare una risposta razionale.

“Giorni sospesi” è un brano che ti tocca personalmente?

È un brano che ho voluto realizzare a tutti i costi, perché volevo nella mia discografia avere una testimonianza di quello che nel 2020 ha destabilizzato le nostre vite, di colpo sospese e senza sapere a cosa saremmo andati incontro. La gente dimentica con molta facilità, c’è chi lo fa per superficialità e chi per difesa, ma ci sono momenti della nostra esistenza che vanno fermati nella memoria, non come celebrazione di qualcosa, ma per ricordarsi di quanto siamo precari in questa cosa bellissima e preziosa che è la vita. Del resto come dimenticare quei carri militari che portavano via persone a cui era stato impedito loro di dare l’ultimo saluto ai propri cari, qualcosa di agghiacciante che non potrò mai più dimenticare. Nel mio caso, il modo che mi era più congeniale per lasciare una piccola traccia di quel periodo, ancora oggi molto attuale, era fissarlo attraverso la musica.

Qual è il tuo rapporto con i talent show? Pensi che siano fondamentali per emergere nella musica oggi?

Il mio rapporto con i talent è pessimo, mi divertono ma allo stesso tempo mi mettono profonda tristezza; sono specchio per le allodole, se vi partecipi devi essere consapevoli che ti “useranno”, ma se saprai essere furbo e fortunato potrebbero darti una mano ad emergere, in linea di massima per un breve periodo, però credo sia la strada più veloce per arrivare a più persone possibili. È la forza della televisione che ancora detiene il potere di renderti noto in brevissimo tempo. Poi se calcoliamo quanti nomi sono apparsi e quanti hanno davvero avuto successo e quanti sono precipitati nuovamente nell’anonimato, anche se passati dalla televisione, è una strage di vittime della canzone. Tuttavia qualcuno lo seguo, pochi e non è detto che un giorno io non decida di parteciparvi con la consapevolezza di prenderlo come un’opportunità alternativa a tutto quello che ho fatto fino ad oggi.

Pos­sia­mo spe­ra­re in un fu­tu­ro disco?

Assolutamente sì, è già pronto e sarà in edizione limitata nel solo formato vinile. Oggi a farla da padrone è lo streaming, le persone ascoltano e consumano i brani uno per volta, li inseriscono nelle loro playlist preferite. I digital stores sono diventati il canale preferenziale per ascoltare e consumare musica. Diciamo che la produzione materiale di un disco oggi ha senso solo se fai concerti o hai un pubblico fedele che ti segue. Io sono un temerario che crede ancora nella bellezza di poter acquistare un album, vederne la copertina, i crediti, avere il disco tra le mani, ma sono consapevole che nel tempo tutto questo avrà una fine. Il disco non ha ancora un titolo, uscirà nella primavera del 2022, ma nel frattempo sto per realizzare anche il prossimo. Ho ancora molte cose da dire e trasmettere a chi vorrà continuare a farlo. Grazie dell’ospitalità.

Com. Stam.

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