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La Cassazione: lo Stato può cambiare il tasso dei buoni fruttiferi quando vuole

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Brutte notizie per i risparmiatori. Con una recente sentenza dell’11 febbraio le sezioni unite della Corte di cassazione hanno stabilito che i tassi di interesse dei buoni fruttiferi postali possono essere cambiati anche con semplice decreto ministeriale con effetto retroattivo e pure ai danni dei risparmiatori.

La decisione mette così un punto fermo sulla vicenda degli interessi dovuti per i buoni sottoscritti prima del 1999, quando un decreto ha modificato le modalità di calcolo degli interessi in via reatroattiva. Fino a questa nuova decisione i risparmiatori potevano ancora sperare di vincere la loro battaglia contro lo Stato, forti di altre sentenze della stessa Corte suprema che hanno affermato che sottoscrivere un buono equivale a firmare un contratto, che non può essere modificato durante la sua validità, neppure per ciò che riguarda il calcolo degli interessi. Oggi invece la stessa Corte giunge alla conclusione opposta, ai danni del povero risparmiatore. Ma cos’è successo? Originariamente c’era un sistema di calcolo degli interessi dei buoni fruttiferi postali che consentiva il loro raddoppio ogni tot anni, finché con un decreto del 1999 tutto è cambiato. Da allora se il tasso di interesse dei buoni muta a sfavore del consumatore, i titoli da lui sottoscritti fino a quel momento vengono considerati come “rimborsati” e “convertiti” automaticamente in nuovi titoli con un nuovo tasso di interesse più basso o calcolato in modo diverso.

Ciro Cardinale

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