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La fuga dei cervelli è un fenomeno causato da politiche inadeguate. Favorevole o contrario?

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Pescara, 24 maggio 2018: Il sito Pro\Versi ha pubblicato un approfondimento sul tema della cosiddetta “fuga dei cervelli” che, nella sua accezione negativa, individua la tendenza dei giovani italiani ad abbandonare il Paese per cercare maggior fortuna altrove. Un fenomeno che presenta numeri in crescita, dovuti – secondo alcuni – alla scarsa attenzione da parte delle istituzioni e all’incapacità del mercato del lavoro di riconoscere e valorizzare il talento dei giovani.
L’Italia non trattiene le sue menti e non ne attrae di nuove, forma studenti specializzati, ma non costruisce le strutture affinché possano trovare un’adeguata collocazione professionale.
Tuttavia, troppo spesso si parla del fenomeno con toni eccessivamente allarmati: nella società della globalizzazione – sostengono in molti – le intelligenze devono poter circolare, per arricchirsi e arricchire i territori da cui vengono e i territori nei quali si trasferiscono.

Diverse le voci secondo cui il problema non sarebbe tanto la fuga dei cervelli quanto la difficoltà dell’Italia di attrarre nuovi talenti dall’estero, affinché si crei un bilanciamento tra i due flussi. Occorrerebbe un intervento mirato per rendere il nostro Paese maggiormente appetibile, sfruttando al meglio le ricchezze del nostro patrimonio territoriale e culturale.La fuga di cervelli creerebbe un danno notevole all’economia che si ripercuote inevitabilmente sui giovani che rimangono sul territorio. Si sprecano risorse investite dallo Stato nella formazione e nell’istruzione e non si garantisce continuità tra scuola, Università e lavoro.

A quest’ultima posizione controbattono coloro i quali sostengono che la politica prova già da anni a porre un freno al fenomeno, ma l’incidenza sull’economia del Paese non è così influente come si vuol far credere. Denunciano, poi, un eccesso di retorica sul tema, anche perché la precarietà sul lavoro è un fenomeno presente in tutto il mondo.
L’espressione corretta da utilizzare sarebbe “circolazione dei cervelli”. Uno scambio di idee e di risorse tra Paesi altamente industrializzati che porta beneficio al mondo intero. Non si può banalizzare il fenomeno, parlando solo di entrata e uscita: il concetto stesso di confine andrebbe rivisto in una nuova luce più ampia e globalizzata.
Leggi la discussione: http://proversi.it/discussioni/pro-contro/188-la-fuga-dei-cervelli-e-un-fenomeno-causato-da-politiche-inadeguate
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Com. Stam.Fonte Pro\Versi

 

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