Spettacoli

Lo Spazio Franco compie 4 anni con 3 week-end di spettacoli  Si inizia con LO SBERNECCHIO DEL BUBBÙ

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Per la 1° volta a Palermo, l’inno alla felicità del coreografo palermitano Giuseppe Muscarello, uno spettacolo rivolto ad adulti e bambini

Arriva la primavera e un’aria nuova si respira in città ma non è proprio un’aria salubre per i teatri palermitani: un ossimoro che conosciamo bene, perché ancora una volta si paga lo scotto di una politica culturale zoppicante e/o senza una visione di medio-lungo termine. E se a soffrire sono le più grandi strutture pubbliche della nostra città, si può solo immaginare quali siano le difficoltà quotidiane degli spazi indipendenti che, nonostante tutto, contribuiscono non poco all’offerta artistica e culturale nostrana. Tra questi, sicuramente va annoverato lo Spazio Franco dei Cantieri Culturali alla Zisa che proprio 4 anni fa apriva i battenti per iniziativa dell’Associazione Babel e l’intuizione dell’allora Assessore alla Cultura Andrea Cusumano: la prima riuscí ad intercettare ingenti risorse economiche (100mila euro) con un progetto di riqualificazione finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che prevedeva la ristrutturazione, l’allestimento e l’avvio delle attività, il secondo intuí che il rilancio di un’area strategica come i Cantieri Culturali dovesse partire coinvolgendo quei soggetti privati capaci di coniugare un progetto culturale di alto livello con una solidità gestionale coerente con i propri obiettivi.

Spazio Franco in questi 4 anni, costellati da enormi difficoltà (vd. Pandemia) e tante soddisfazioni, si è ritagliato uno spazio artistico ben oltre le più rosee aspettative, assumendo un ruolo culturale sul territorio che supera le proprie dirette responsabilità (che risiederebbero altrove) e lo fa con grande entusiasmo e lungimiranza, cercando di prevedere i rischi e guardando con coerenza alla propria mission originale: essere una fucina di creatività e produzione artistica di livello nazionale, capace di coniugare la qualità delle proprie proposte dando il giusto merito e il dovuto riconoscimento alle migliori espressioni della scena contemporanea siciliana e non solo.  Grazie alla sua dimensione di laboratorio per la creazione contemporanea, accoglie artisti e compagnie fornendo la possibilità di sviluppare residenze artistiche: il programma della rassegna SCENA NOSTRA- il cuore oltre agli ostacoli, come è noto, è composto per la sua metà da progetti nati proprio allo Spazio Franco e diventa vetrina dell’ enorme valore culturale che risiede in quello che quotidianamente si sviluppa al suo interno. I linguaggi scenici contemporanei sono esplorati a 360gradi e, per sancire i propri 4 lustri, continua la sua programmazione intensificandone gli appuntamenti passando dalla Nuova Drammaturgia sino alla Danza Contemporanea. 3 week-end consecutivi di spettacoli che porteranno in scena 3 lavori che esemplificano il percorso di Spazio Franco: la danza contemporanea di Giuseppe Muscarello, l’Amleto di Roberto Latini come espressione della migliore scena contemporanea italiana e ConSorte di Giacomo Guarneri espressione delle nuova drammaturgia siciliana.

Lo spettacolo Lo sbernecchio del Bubbù è un particolarissimo progetto di Danza Contemporanea rivolto a un pubblico trasversale di adulti e bambini, nato grazie all’attraversamento di diverse residenze artistiche nazionali che ne hanno colto il grande valore artistico sostenendone la creazione e, tra queste, anche lo Spazio Franco. Prodotto da PinDoc, lo spettacolo ha già debuttato con successo la scorsa estate in diversi festival di alto prestigio rivolti alla scena contemporanea: il coreografo e danzatore Giuseppe Muscarello, eccellenza della danza contemporanea palermitana, ha voluto con sé il musicista e polistrumentista pugliese Pino Basile capace di mettere in scena 20 e più strumenti di diversa tipologia, da quelli più popolari (vd. il Bubbù) a quelli piú contemporanei ed elettronici, con l’intento di mettere in relazione corpo e suono, affinché siano uno volano dell’altro, ponendo al centro della propria ricercal’ironia che parte dalla relazione del gesto e dei movimenti con i suoni nelle loro declinazioni popolari, umane e identitarie, cercando di abbattere le frontiere delle differenze quali categorie sovrastrutturali. Il lavoro si avvale della drammaturgia di Giuseppe Provinzano che ha cucito attorno alla relazione dei 2 performer una narrazione che fosse interpretabile da un pubblico quanto più vasto possibile, per uno spettacolo dai differenti livelli di lettura, capace di potersi declinare sia allo sguardo adulto che a uno sguardo più giovane. Uno spettacolo che guarda alla nascita di nuove relazioni come abbattimento delle differenze, un tout public che unisce adulti e meno adulti attorno al tema della diversità come status quo sociale che non tiene conto delle individualità di cui è capace ogni essere umano, a prescindere dalla propria provenienza socio-culturale, spesso catalogata da principi che non guardano all’uomo ma alla massa e per meglio governarla.

SINOSSI

Lo sbernecchio del Bubbù è un racconto sull’empatia che guarda con ironia al destino e all’inganno delle apparenze tra chi ha tanto e chi non ha niente. E’ un inno alla felicità e al saper guardare le piccole meraviglie quotidiane come vera ricchezza ben lontana dall’accumulo di beni. Il lavoro è dedicato ai bambini alla grammatica della loro immaginazione libera e coraggiosa. Nello spettacolo un musicista e un danzatore entrano in relazione tra loro, incontrandosi, scontrandosi e scambiando le identità, per tornare diversi al proprio essere e capaci di entrare nei panni dell’altro con una sensibilità più acuta. Dai 3 anni in sù lo spettacolo parla a tout public, rivolgendosi soprattutto ai bambini veri, quelli presenti in ogni adulto.

La ricerca ha messo al centro della composizione coreografica l’ironia che parte dall’osservazione del gesto, dei movimenti e dei suoni nelle loro declinazioni popolari, umane e identitarie. La ricerca coreografica è fortemente ispirata dalla tradizione popolare siciliana, la frammentazione del gesto del pupo, la sua innata capacità evocativa si è mescolata alle sonorità pugliesi e agli strumenti effimeri suonati in scena. Musica e danza hanno generato un segno dove l’apparente nonsense si fa linguaggio. Un gioco di sospensioni e metafore per esprimere attraverso il riso il potenziale trasformativo dell’empatia. Un musicista diventa danzatore e un danzatore diventa musicista, le loro fragilità nell’essere “fuori ruolo” sono l’unica via per scoprire quanto la fiducia verso l’altro possa cambiare la vita di ciascuno.

Senza essere invitati, durante la nostra ricerca, ci sono venuti a trovare 2 personaggi della narrativa di Mark Twain, quel Principe e quel Povero quali archetipici riferimenti per indagare il tema dell’identità e della maschera sociale. L’ispirazione ha trovato nella ricerca coreografica nuove composizioni e percorsi drammaturgici da attraversare.

Il Principe somiglia al musicista e i suoi giocattoli sono tanti strumenti, non riescono a dargli felicità. Il Povero somiglia a un danzatore che non ha altro che il suo corpo …pieno di creatività. In questo contesto di riferimento, il bubbù diventa quello strumento che, come gli spiritelli.

LO SBERNECCHIO DEL BUBBÙ
coreografia, regia Giuseppe Muscarello
musica eseguita dal vivo Pino Basile
interpreti Pino Basile, Giuseppe Muscarello
drammaturgia Giuseppe Provinzano
produzione Pindoc

con il sostegno del MIC Ministero della Cultura – Regione Sicilia

Centro di Residenza della Toscana (Armunia / CapoTrave/Kilowatt ) Spazio Franco/Palermo

DOVE:

SPAZIO FRANCO–Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, Via Paolo Gili, 4

QUANDO:

Sabato 26 e Domenica 27 marzo  – h 19.00

NB: La partecipazione agli eventi richiede l’esibizione del super green pass dai 12 anni in su.

L’ingresso agli spettacoli è di 8,00€

I biglietti sono acquistabili dal sito www.spaziofranco.com o al botteghino dalle h 18.00

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