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Mousiké Téchne: Corrado Ciervo in viaggio nel suono

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Il fondatore della Rua Catalana, violinista di Musicalia e Terza Classe, debutta con un album visionario. Tra folk ed elettronica, campiona anche la voce dell’indimenticabile Concetta Barra Mousiké Téchne: Corrado Ciervo in viaggio nel suono (7 brani | 24 minuti)

«Della musica dei Greci possiamo dire nulla o quasi, però possiamo provare a capire quanto fosse importante e, per dirla alla Massimo Mila, quanto i Greci fossero più sensibili di noi all’ascolto. Sono partito da qui. In Mousiké Téchne ho provato a mettere in musica i miei ultimi anni di vita vissuta, le esperienze all’estero ma anche l’esser diventato un docente».

La musica antica e gli esperimenti contemporanei. La cultura greca e il folklore locale. Il grande patrimonio del passato e nuove forme personali. Mousiké Téchne, il primo album da solista di Corrado Ciervo si presenta come un diario di viaggio tra esperienza, studio, riflessione e ipotesi sonore future. Un album strumentale prodotto con il fratello Carlo che si muove tra folk, excursus elettroacustici ed elettronica.

Attivo musicalmente da giovanissimo con la storica formazione folk revival dei Musicalia, Corrado Ciervo è un polistrumentista sannita che ha incentrato la sua attività sul violino, immerso nel mare di suoni in Mousiké Téchne. Sette brani visionari che partono da percezioni individuali e valorizzano l’espressività grazie a una attenta produzione, diversa dal poliedrico rock d’autore della Rua Catalana e dal bluegrass trascinante della Terza Classe. Come sottolinea Ciervo, il suo approccio allo strumento è anomalo: «Non ho sempre amato il violino, da piccolo ero molto più preso dalle percussioni, ho dovuto soffrire per anni perché era difficile inserirlo nella musica che mi piaceva. Cerco di rifarmi a miei stati d’animo, mi faccio trasportare da quello che sento; la tecnica é una conseguenza, mi piace lavorare con i pizzicati e gli armonici. Il violinista che più ammiro e più mi ha segnato nel mio percorso artistico è Warren Ellis».

Forte della lunga esperienza sia in studio che sui palchi di tutto il mondo con i Musicalia, Corrado ha sempre rivolto la sua attenzione alla musica tradizionale, compiendo però un lavoro di rielaborazione. Una sorta di trasfigurazione che dal ricordo personale diventa universale, come avvenuto in uno dei brani più significativi del disco, incentrato su una voce indimenticabile, quella di Concetta Barra: «Volevo utilizzare una voce che evocasse un luogo, dopo vari ascolti di vecchi vinili ci siamo imbattuti in una traccia della straordinaria Concetta Barra rielaborata da Roberto De Simone, che mi ricordava la mia infanzia. Si tratta di Madonna dell’Arco, ritrovata su un vecchio album Record Bazaar del 1976 intitolato Napoli e il suo folk. Abbiamo campionato la voce e anche in questo mio fratello, che ho coinvolto nella produzione del disco, passa al setaccio tutto quello che produco e mette parecchio ordine sonoro. È una ricerca condivisa cominciata da tanto. Il brano Concetta è un mio piccolissimo omaggio ad una voce che mi ha segnato».

Nato a Benevento nel 1988, Corrado Ciervo vanta una vasta e multiforme collezione di interessanti esperienze in campo musicale. Fin da bambino studia violino, chitarra e percussioni. Giovanissimo, per le sue qualità di polistrumentista entra nei Musicalia, una delle formazioni storiche della musica popolare italiana. E il fondatore della band La Rua Catalana con cui ha pubblicato due EP e due album. Ha collaborato come violinista con La Terza Classe, con cui ha fatto due lunghe tournée americane. Ha all’attivo molte collaborazioni con altri artisti anche in veste di produttore. E’ laureato in Conservazione di beni culturali, con studi in storia della musica, etnomusicologia, etnologia e antropologia culturale. Ha conseguito la laurea magistrale in Archeologia e storia dell’arte con una tesi sugli strumenti a corda della Grecia antica.

CORRADO CIERVO

Nato a Benevento nel 1988, Corrado Ciervo vanta una vasta e multiforme collezione di interessanti esperienze in campo musicale.

Fin da bambino studia violino, chitarra e percussioni. Giovanissimo, per le sue qualità di polistrumentista entra nei Musicalia, una delle formazioni storiche della musica popolare italiana, con cui partecipa a centinaia di concerti sia in Italia (ad es. come la Galleria Alberto Sordi a Roma, Palazzo Sansevero a Napoli) che all’estero (Drenthe, Brugge, Rovinj e Zagabria, Sandanski e Melnik, fino alla celebre Old Town School of Folk di Chicago). Con i Musicalia ha inciso gli album inCantamenti, Collectio e Fragile Fragments; nel 2010 ha preso parte agli spettacoli per i 150 anni dell’unità d’Italia (Italia mia, benché il cantar) e a Lauda inCantata, azione musico-teatrale su testi di Platone, Agostino, Ambrogio, Turoldo, Santucci.

E il fondatore della band La Rua Catalana con cui ha pubblicato gli EP La Rua Catalana (2011) e Something New (2012) e gli album Island Tales (2015) e Fonexènos (2018). Ha collaborato come violinista con la band di bluegrass La Terza Classe, con cui ha fatto due lunghe tournée americane in una trentina di Stati, con concerti a New York alla Rockwood Music Hall, al The Bitter End, al Bluegrass Underground e al Music City Roots, fino a una delle capitali della musica popolare mondiale come Nashville.

Ha all’attivo molte collaborazioni con altri artisti anche in veste di produttore. Ha curato le musiche per il documentario Sette anni di attese di Valerio Vestoso sui riti settennali di Guardia Sanframondi. Partecipa all’Apolline Project (scavi archeologici a Pollena Trocchia) e a vari laboratori (teatro, antropologia dei simboli, rituali e pratiche festive e a Terra Madre). La frequente partecipazione a workshop su ricerca e riproposta culturale negli USA ha arricchito il suo bagaglio artistico e culturale, già forte di una laurea conseguita in Conservazione di beni culturali, con studi in storia della musica, etnomusicologia, etnologia e antropologia culturale. A questa ha aggiunto la laurea magistrale in Archeologia e storia dell’arte con una tesi sugli strumenti a corda della Grecia antica.

Mousiké Téchne è il suo primo lavoro da solista.

MOUSIKÉ TÉCHNE: UNA CONVERSAZIONE CON CORRADO CIERVO:

Un titolo evocativo come Mousiké Téchne rimanda subito alla Grecia antica, eppure l’album è immerso nel suono contemporaneo: è una contraddizione?

Della musica dei Greci effettivamente possiamo dire nulla o quasi, possiamo però provare a capire quanto fosse  importante e, per dirla alla Massimo Mila, quanto i Greci fossero più sensibili di noi all’ascolto. Sono partito da qui.  

Questo tuo lavoro solista esce a quattro anni da Fonexènos della Rua Catalana. Quali differenze ci sono rispetto alla poetica del gruppo?

Fonexénos é stato un nuovo inizio, ha gettato le basi del percorso che ho intrapreso successivamente anche con questo disco. Mousiké é qualcosa di ancora più personale: ho provato a mettere in musica i miei ultimi anni di vita vissuta, le esperienze all’estero ma anche l’esser diventato un docente.

Il violino, tuo compagno di viaggio e veicolo espressivo, è uno dei più “umani” tra gli strumenti. Che tipo di approccio “tecnico” ma anche emotivo hai messo in campo?

Beh devo dirti non ho sempre amato questo strumento, da piccolo ero molto più preso dalle percussioni, ho dovuto per anni soffrire perché era difficile inserirlo nella musica che mi piaceva. Cerco di rifarmi a miei stati d’animo, mi faccio trasportare da quello che sento; la tecnica é una conseguenza, mi piace lavorare con i pizzicati e gli armonici. Il violinista che più ammiro e più mi ha segnato nel mio percorso artistico è Warren Ellis.

Il brano Concetta è un vero e proprio architrave per Mousiké Téchne. Ci racconti la genesi?

Volevo utilizzare una voce che evocasse un luogo, dopo vari ascolti di vecchi vinili ci siamo imbattuti in una traccia della straordinaria Concetta Barra rielaborata da Roberto De Simone, forse troppo poco conosciuta, che mi ricordava la mia infanzia. Si tratta di Madonna dell’Arco, ritrovata su un vecchio album Record Bazaar del 1976 intitolato Napoli e il suo folk.  Abbiamo campionato la voce e anche in questo mio fratello, che ho coinvolto nella produzione del disco, passa al setaccio tutto quello che produco e mette parecchio ordine sonoro. È una ricerca condivisa  cominciata da tanto. Concetta è un mio piccolissimo omaggio ad una voce che mi ha segnato sicuramente.

Prima con i longevi Musicalia, poi in chiave bluegrass con La Terza Classe, hai avuto un confronto storico con la musica popolare. Qual è secondo te la chiave per farla vivere oggi?

Ho avuto la fortuna di cominciare a suonare quando anche in Italia esisteva una scena solidissima di musica popolare e per anni anche una struttura poggiante, in pochi anni é quasi scomparsa perché credo non si sia saputo sempre riscriverla nel proprio tempo, cosa accaduta negli anni ‘70. Credo che l’unica strada sia la rielaborazione nel proprio tempo, non penso basti il folklorismo, ma qui il discorso potrebbe farsi lungo… Dico solo che forse come paese siamo stati poco accorti nel racconto della nostra identità culturale: tutto sommato i canti di mietitura e il blues sono la stessa cosa!  Avevano lo stesso ruolo.

Dopo tanti anni di musica in studio e dal vivo, tra palchi importanti in Italia e all’estero, pensi che il tuo Sannio esprima un mondo musicale degno di interesse?

Il Sannio ha delle personalità validissime in campo musicale, purtroppo poco tutelate come del resto il nostro  territorio. 

Com. Stam.

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