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Noi siamo quello che mangiamo …(nel bene e nel male)


La maggior parte delle patologie che, negli ultimi anni, si stanno diffondendo in modo preoccupante, derivano da cause ben note. A dirlo sono gli esperti di nutrizione e di alimentazione.
Non se ne é parlato all’Expo di Milano (che, a conti fatti, non é stato altro che una “fiera” di grandi dimensioni in cui visitatori sono stati nutriti a colpi di fast food). Se ne è discusso in un convegno organizzato a Palermo dal Kiwanis Panormus, presieduto dal dott. Conte. Esperti come il dott. Burgio, presidente del comitato scientifico ISDE, e il dott. Scognamiglio, biotecnologo medico, hanno dimostrato che la frase pronunciata nel 1800 dal filosofo tedesco Feuerbach “Noi siamo quello che mangiamo “, contiene una verità profonda: molte delle malattie che colpiscono percentuali sempre più elevate di soggetti potrebbero essere evitate o curate senza ricorrere ad alcun farmaco (si pensi al risparmio per le casse dello stato e per i contribuenti!). Basterebbe seguire una alimentazione più corretta e adottare uno stile di vita meno frenetico. Il modo in cui il corpo umano si modifica adattandosi agli stimoli esterni è impressionante. E, cosa ancora più sorprendente, le variazioni non avvengono in tempi lunghissimi (come si pensava fino a non molti anni fa), ma in pochi decenni. Cattive abitudini alimentari, stress, fumo, ma anche (per quanto sorprendente possa sembrare) il comportamento e l’alimentazione materna durante la gravidanza finiscono, volenti o nolenti, per influire in modo rilevante sulla salute delle nuove generazioni. Un avvertimento, quello lanciato dai relatori, che è, al tempo stesso un campanello d’allarme: se l’uomo non deciderà di cambiare le proprie abitudini, nel giro di pochi anni le conseguenze saranno gravissime (basti pensare a quanto avviene negli Usa dove, a causa di uno stile di vita sbagliato e di una alimentazione stravolta dagli interessi delle multinazionali del cibo, la percentuale di soggetti obesi ha raggiunto livelli spaventosi – oltre il 34 per cento della popolazione e con un trend di crescita mai visto prima – e così i casi di malattie prima rare e ora diffuse con pesanti conseguenze sociali ed economiche). Non si tratta di teorie o di falsi allarmi, ma di scoperte ormai note e di processi ampiamente dimostrati scientificamente. E non da ora, ma da decenni. Se fino ad oggi, nonostante i numerosi appelli lanciati dagli esperti di epigenetica (la branca della biologia molecolare che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente al Dna), nessuno in Italia e nel resto del mondo ha fatto molto è solo a causa delle pressioni esercitate dalle grandi industrie. Aziende che, non solo continuano incessantemente a lanciare campagne di marketing sfrenate per convincere le persone a ingurgitare alimenti che provocano malattie gravi, ma che spesso riescono ad esercitare forti pressioni sui governi affinché vengano varate norme che favoriscono i loro prodotti. Come nei giorni scorsi: è stata approvata la direttiva comunitaria che introduce tra gli “alimenti”, oltre a insetti, larve e simili, anche sostanze interamente prodotte in laboratorio. Un regalo alle multinazionali del cibo che, dopo il cioccolato senza cacao, il latte senza latte e il vino senza uva, potranno mettere in commercio prodotti totalmente sintetici. L’appello dei ricercatori presenti al convegno organizzato dal Kiwanis Panormo non è stato rivolto solo agli esperti del settore, ma anche agli studenti dell’Istituto Alberghiero “Piazza”, i cuochi di domani, quelli ai quali tra pochi anni sarà affidato il compito di prendersi cura della salute dei propri clienti. Ma anche i depositari di tradizioni antiche che la mondializzazione sta cercando di cancellare. Come la dieta mediterranea: quella che una volta era considerata, e a ragione, la più salutare del pianeta e che gli interessi dell’industria del cibo, passo dopo passo, spot dopo spot, direttiva dopo direttiva, stanno cercando di distruggere. Stranamente, però, di questo non si è parlato all’Expo 2105….Se ne è parlato a Palermo.

di C.Alessandro Mauceri

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