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Operazione “ AQUARIUM ”:due misure cautelari eseguite per sequestro di persona e rapina

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Nelle prime ore di stamattina, militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Novafeltria hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di PESCE Gerardo, 42enne di Eboli (SA), già domiciliato in Novafeltria, perché ritenuto responsabile, in concorso con FURIO Michele, 59enne foggiano residente in Novafeltria, del reato di sequestro di persona e rapina.

Gli uomini dell’Arma feltresca, notificavano al 59enne la misura dell’obbligo di dimora in Novafeltria con divieto di uscire dall’abitazione nottetempo, e l’obbligo di presentazione alla P.G..

Il provvedimento restrittivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Rimini, Dott. Vinicio Cantarini, è scaturito da un’articolata e complessa attività di indagine espletata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Novafeltria nata quando, nel pomeriggio del 30 gennaio u.s., due studenti universitari 23enni, residenti in questo centro, si presentarono presso gli uffici del Comando Stazione CC di Novafeltria per sporgere denuncia.

Quanto denunciato dai due ragazzi apparve agli inquirenti una storia che aveva dell’incredibile e che, solo dopo un’attenta analisi della situazione, verifica dei fatti e riscontro di elementi si è dimostrata corrispondere alla reale dinamica dei fatti:

il racconto di due giovani che, soggiogati psicologicamente da comportamenti tipicamente mafiosi, pur senza mai vedere un’arma, di fatto hanno lasciato che un criminale, un pericoloso pluripregiudicato vicino ad un noto clan camorrista, li sequestrasse per dodici ore, obbligandoli ad accompagnarli da Novafeltria ad Eboli, provincia di Salerno.

Dopo aver passato la notte tra venerdì e sabato a percorrere una fetta d’Italia da nord a sud e viceversa, i due si sono presentati in Caserma raccontando che tutto ha avuto inizio la sera di venerdì 30 gennaio 2016 in un locale di Novafeltria, dove il Pesce Gerardo, in compagnia dell’amico 59enne che vive a Novafeltria ma di origine pugliese, incontra i ragazzi. Il reiterato invito a bere insieme “se non lo fate mi offendo” spinge i due ragazzi a lasciare la compagnia degli amici ed a seguire il 42enne campano e l’amico in quella che ora possono raccontare come un’avventura andata a buon fine.

Gli iniziali modi amichevoli e cordiali del Pesce si sono ben presto tramutati in minacce: “”Voi non mi conoscete, non sapete chi sono” ha detto più volte presentandosi con nome e cognome, lo stesso che appare nel provvedimento restrittivo emesso nei suoi confronti dal Tribunale di Salerno nel mese di settembre 2015 dovendo espiare la pena di anni 1 e gg. 15 di reclusione per violazione delle prescrizioni impostegli della misura di prevenzione della “sorveglianza speciale” alla quale era colpito.

I due studenti universitari, affatto avvezzi ad avere a che fare con una mente criminale, abile a far immaginare conseguenze ben più tremende delle sue parole, iniziarono ad essere sopraffatti dalla paura e sotto la minaccia di una fantomatica pistola che i due dicevano di avere indosso, macinarono più 600 chilometri senza batter ciglio. Pesce e l’amico 59enne hanno fatto capire più di una volta che erano disposti a tutto se i due giovani non li avessero seguiti e, saliti nell’auto di uno dei giovani, li hanno costretti ad accompagnarli.

I ragazzi hanno avvisato i genitori che sarebbero rimasti fuori a dormire mentre Pesce sovraintendeva alla loro telefonata e guadagnava tempo, un tempo che gli avrebbe consentito con il suo complice di raggiungere Eboli senza “problemi”.

E così era ad ogni fermata, ad ogni autogrill in cui sono scesi dalla Valmarecchia alla Campania: costantemente sotto l’occhio vigile dei due e questo bastava.

Eppure uno dei due studenti ha sempre avuto con se il suo cellulare (l’altro invece era stato sottratto subito da Pesce).

Arrivati ad Eboli inizia un tour a cui i due giovani hanno dovuto sottostare “come in un film”, sono stati sballottati da un appartamento all’altro, senza dare nell’occhio, venendo presentati ai parenti del Pesce come amici dello stesso. Di tanto in tanto quale velata minaccia e la sempre più consapevolezza da parte dei due giovani novafeltresi che da quella situazione potevano non uscirne bene o forse non uscirne affatto come ogni tanto il complice foggiano gli ricordava.

Ma ecco che in un momento di distrazione dei due malviventi, riunendo tutto il loro coraggio, i due hanno colto l’attimo ed in fretta e furia escono dall’appartamento e riescono a salire sull’auto, partendo a forte velocità. A nulla, a quel punto, è valso l’inseguimento a piedi del FURIO nel tentativo di bloccare la fuga dei due ponendosi davanti al mezzo.

I due ragazzi ancora increduli per l’accaduto avevano un unico pensiero: fuggire da quell’incubo raggiungendo il prima possibile Novafeltria.

Nel primo pomeriggio di sabato 31 gennaio 2016 i due rientravano nel capoluogo feltresco ed insieme ai rispettivi genitori si convincevano a portarsi dai Carabinieri anche se sapevano che la loro versione poteva essere poco credibile. E così in un primo momento è stato. Messi essi stessi sotto “torchio”, quello che emergeva agli investigatori dell’Arma è stata la loro ingenuità, ma i volti bianchi e le mani tremule non mentivano su tutto quello che avevano raccontato: due bravi ragazzi di paese che erano caduti nelle mani di un esperto criminale con precedenti per rapina, estorsioni e violenza sessuale.

Acclarata la fondatezza di quanto denunciato, il Capitano Guerrini ed i suoi uomini, hanno iniziato un’indagine lampo, facendo arrestare in poche ore il pericoloso ricercato. Fondamentale la capacità di riconoscimento dei luoghi da parte dei ragazzi, che incrociando i loro ricordi con le immagini fornite dai Carabinieri riuscivano ad individuare l’ultima casa ove i due giovani erano stati e da dove erano scappati. I Carabinieri di Eboli tempestivamente aderivano alle richieste ed indicazioni ricevute e facevano scattare il blitz, con l’irruzione nell’appartamento di un parente del Pesce, il rintraccio di quest’ultimo ed il suo conseguente arresto perché colpito dal provvedimento di carcerazione emesso dall’Autorità Giudiziaria di Salerno, ponendo fine al suo stato di latitanza.

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Novafeltria, unitamente ai colleghi della locale Stazione, al termine di approfondita attività di indagine, raccoglievano inconfutabili indizi di colpevolezza nei confronti dei predetti, per “sequestro di persona  e rapina” in concorso, inoltrando alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rimini una dettagliata informativa a seguito della quale, il GIP del Tribunale di Rimini, concordando con le risultanze investigative e con la richiesta di applicazione di misure cautelari avanzata dal Pubblico Ministero dott. Marino Cerioni, emetteva l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del Pesce Gerardo e di applicazione di misure cautelari coercitive nei confronti del Furio Michele.

Nel medesimo contesto operativo, inoltre, i succitati Carabinieri denunciavano in stato di libertà F.A. 49enne domiciliata a Novafeltria, convivente del Pesce, perché ritenuta responsabile del reato di “procurata inosservanza di pena”. La stessa, infatti, aiutava Pesce Gerardo a sottrarsi all’esecuzione del provvedimento restrittivo ospitandolo nella sua abitazione.

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