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Pa, “Stop a una pubblica amministrazione per adempimenti”. Le proposte di Unadis per “Un nuovo sistema di valutazione”.

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“La parola chiave per cominciare a migliorare la Pa è valutazione. Sganciamo la valutazione dalla retribuzione di risultato. Chiariamo che non c’è nessun “premio” e disegniamo un nuovo modello capace di verificare l’efficienza della struttura, con una valutazione della performace, non della persona. Bene affidare a un nucleo esterno la valutazione dei dirigenti, purchè ci sia un interno che conosce le peculiarità di ogni singola amministrazione.

Servono obiettivi davvero sfidanti e raggiungibili, non è possibile valutare un dirigente in base al numero delle riunioni svolte ma neppure chiedere innovazioni particolarmente significative ogni anno, come invece avviene da qualche anno in Presidenza”.

Queste sono alcune delle proposte emerse durante il corso del convegno promosso dall’Unione nazionale dei dirigenti dello Stato, Unadis, dal titolo “Dirigenza e organizzazione della Pa del terzo millennio: profili professionali e valutazione” che si è svolto oggi a Roma. Il segretario generale di Unadis si è concentrata sul tema della valutazione, quale strumento di vero miglioramento della Pa. “Vogliamo un etica della responsabilità e rifiutiamo l’idea che la Pa è causa della crisi economica del Paese. Vogliamo una valutazione delle politiche pubbliche e un nuovo ciclo della performance. Non vogliamo una pubblica amministrazione per adempimenti, di stampo ottocentesco, ma moderna, vicina ai cittadini. Va introdotta una nuova cultura della fiducia e ciò può avvenire se si creano nuovi percorsi di valutazione e uno scambio sociale nuovo, rispetto all’interazione con l’utenza. Apprezziamo il fatto che il ministro, Giulia Bongiorno, sta lavorando per migliorare le cose e per la prima volta non ci sentiamo etichettati come fannulloni o capi dei fannulloni ma servono maggiori risorse per il nostro contratto. Nella legge di Bilancio se ne intravedono poche”. Per Unadis una delle occasioni per incidere sull’organizzazione della Pa è proprio in sede di rinnovo contrattuale e di quello relativo al triennio 2019 – 2021, “per cui chiediamo oltre a maggiori risorse anche la distinzione di tre ruoli: dirigenti, professionisti, funzionari. L’organizzazione della Pa è affidata ai dirigenti, vogliamo un contratto che chiarisca questo”. Attualmente il contratto dei professionisti e quello dei dirigenti è lo stesso, e ciò provoca molta confusione.

Con Aran, Funzione Pubblica, Corte dei Conti, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Consiglio di Stato, l’Unadis si è confrontata, più in generale, sul ruolo della dirigenza pubblica nell’organizzazione della Pa del terzo millennio. Per il sindacato dei dirigenti fulcro dell’organizzazione della Pa del futuro è la valutazione, oltre a un nuovo assetto che riconosca le più alte professionalità e il merito all’interno dell’amministrazione dello Stato, evitando di affidare incarichi esterni se non per reali necessità.

“L’unione dirigenti – afferma il segretario generale, Barbara Casagrande – è un sindacato propositivo. Sappiamo da tempo che interventi di miglioramento sono indispensabili nella Pubblica amministrazione. Siamo orgogliosi di servire lo Stato e siamo consapevoli che la nostra collaborazione per cambiare ciò che non va sia indispensabile in questo momento storico”.

Hanno partecipato all’incontro, oltre al segretario generale Unadis, Barbara Casagrande, il presidente dell’Associazione magistrati della Corte dei Conti, Ermanno Granelli, il consigliere di Stato, Umberto Realfonzo, il dirigete del dipartimento della Funzione Pubblica – Ufficio valutazione della performace, Rosaria Giannella, il direttore Elvira Gentile (Aran). Moderatore del convegno, Andrea Bassi, giornalista de “Il Messaggero”

Com. Stam. Ric. Pubbl.

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