Cronaca

La Polizia assesta un duro colpo a cosa nostra colpendola al cuore in uno dei suoi mandamenti storici, quello della “Noce” (Video)

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All’alba di oggi, più di 100 uomini della Squadra Mobile di Palermo e del Reparto Prevenzione Crimine hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Per altri sette indagati, per lo più incensurati, il Giudice per le indagini preliminari, pur ritenendo di non dover applicare misure cautelari, ha quasi integralmente condiviso l’ipotesi investigativa formulata e riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza.

Sono stati arrestati i vertici della famiglia mafiosa della Noce, individuati in:

MUSSO Giovanni, nato a Palermo il 17.10.1970, pluripregiudicato e noto anche per essere stato coinvolto nella rapina miliardaria alle poste nel 1995 insieme ad illustri esponenti di cosa nostra palermitana, quali Fabio CHIOVARO e Aurelio NERI, ha rapidamente scalato le gerarchie di cosa nostra fino a diventare il capo indiscusso della famiglia della Noce;

Tra i suoi più stretti collaboratori:

DI NOTO Giovanni, nato a Palermo  classe ‘74;

BOTTINO Massimo Maria, nato a Palermo classe ‘69.

Tra gli altri associati figurano:

CUSIMANO Calogero; nato a Palermo classe ’61 (carcere);

DI BELLA Cristian, nato a Palermo classe ‘88 (carcere);

LA VATTIATA Fabio, nato a Palermo classe ‘76 (carcere);

MADDALENA Salvatore, nato a Palermo classe ‘76 (carcere);

MATRANGA Saverio, nato a Palermo classe ‘78 (carcere);

PECORARO Nicolò, nato a Palermo classe ‘92 (carcere);

PECORARO Salvatore, nato a Palermo classe ‘63 (carcere);

Risponde, invece, di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso:

VASSALLO Giulio, nato a Palermo classe ‘70 (domiciliari).

Dalle indagini è emerso come i vertici della famiglia mafiosa esercitassero il ferreo controllo del territorio con il sistematico tentativo di imposizione del pizzo.

Sono stati ricostruiti alcuni episodi di estorsione.

Il più cruento, in danno del titolare di un negozio di “ Compro oro” che non si era piegato alle richieste di pizzo.

Questi, infatti, è stato costretto a subire, in un primo momento, il danneggiamento della serratura della saracinesca che assicura l’esercizio e, successivamente, una rapina in casa durante la quale i malviventi hanno appiccato fuoco all’abitazione costringendolo ad assistere e rivolgendogli ulteriori minacce.

Di quell’estorsione, sono chiamati a rispondere Salvatore PECORARO, VASSALLO e CUSIMANO.

Da segnalare anche il caso di un venditore ambulante che aveva allestito un punto vendita di bibite e panini a Piazza Noce, in occasione della festa rionale.

Questi, per volere diretto dei vertici della famiglia, è stato costretto a rinunciare all’intero ricavato ed a consegnarlo agli emissari dell’organizzazione mafiosa.

Proprio la festa del quartiere ha rappresentato per gli uomini del sodalizio criminale una ulteriore opportunità di ostentazione del potere.

L’organizzazione mafiosa, in occasione della festa, ha ottenuto la sponsorizzazione religiosa sebbene fosse stata interamente studiata e gestita da cosa nostra al fine di raccogliere quanto più denaro possibile da destinare al sostentamento degli affiliati e dei familiari dei detenuti mafiosi.

Oltre il controllo di tutte le attività connesse all’organizzazione dell’evento, infatti, i citati MUSSO e BOTTINO sono stati a lungo presenti durante la serata al fine di rendere chiaro ai presenti il loro ruolo in seno alla famiglia.

La conferma del riconoscimento della loro posizione è stata puntualmente registrata quando la speaker, dal palco, ha salutato pubblicamente “Giovanni del terzo piano” , con chiaro riferimento a MUSSO, in quel momento, affacciato dal balcone di casa.

Sono stati, altresì, poste sotto sequestro due agenzie di scommesse, alcune società, un’autovettura e alcuni conti corrente.

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