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Riccione: operazione “VALCONCA D’ORO”

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L’indagine denominata “Valconca d’oro” prendeva avvio da un esposto presentato da un cittadino della Valconca che segnalava una serie di irregolarità relative ad autorizzazioni rilasciate per un’attività di autonoleggio presente sul suo territorio di residenza. Le verifiche circa la regolarità di tali procedure consentivano di accertare che numerose licenze di autonoleggio rilasciate dall’ente territoriale mancavano del requisito relativo alla disponibilità di una autorimessa sul territorio comunale, in quanto le società avevano indicato formalmente dei luoghi presso cui in realtà non vi era alcuna zona adibita in quanto le aree appartenevano a privati che non avevano mai venduto ovvero concesso in locazione la loro proprietà. Il cittadino esponente indicava infine, quale responsabile delle procedure in esame, B. G., dirigente dell’ufficio SUAP dell’Unione Valconca. A seguito di tale segnalazione venivano avviate mirate indagini da parte dei Carabinieri di Riccione che proseguivano in due direzioni fondamentali: da un lato si procedeva a perquisizione nei confronti dell’indagato dall’altro all’assunzione di testimoni fra cui i colleghi di lavoro del dirigente inquisito. Presso l’ufficio dell’indagato veniva rinvenuta e sottoposta a sequestro numerosa documentazione fra cui un blocchetto di ricevute senza intestazione dell’ente con matrici ove erano indicati nomi, dati e cifre, numerose marche da bollo e altrettanti titoli di credito bancari e postali. In particolare i bollettari da cui erano state tolte diverse ricevute confermavano che il dirigente aveva provveduto direttamente, presso l’ufficio, alla riscossione di contributi e diritti di segreteria, in violazione delle disposizioni normative in base alle quali tutte le somme che i cittadini dovevano corrispondere per servizi dell’ente dovevano essere versate mediante pagamento su conti correnti ovvero attraverso il servizio di tesoreria dell’ente. La circostanza poi che tali somme non risultassero presenti presso l’ufficio ne che vi fosse riscontro del loro versamento all’ente titolare, rafforzava il quadro probatorio relativo all’impossessamento delle somme da parte dell’indagato. Ad una ricostruzione più completa della condotta tenuta dal dirigente si giungeva anche tramite le testimonianze dei colleghi di lavoro dell’infedele dipendente pubblico e dei cittadini i cui nomi benché riscontrati su pratiche amministrative non risultavano aver corrisposto le somme dovute mediante le modalità rituali. Innanzitutto emergeva che l’ufficio presso cui l’indagato svolgeva funzioni di pubblico ufficiale era stato strutturato facendo riferimento al dirigente quale unico responsabile apicale delle direttive gestionali in merito all’organizzazione dei servizi amministrativi e contabili dello sportello unico per le attività produttive dell’Unione Valconca.
Dalle dichiarazioni di circa 90 cittadini, sentiti dai Carabinieri di Riccione in collaborazioni con i colleghi del Comando Stazione di Morciano di Romagna, che avevano richiesto autorizzazioni presso l’ufficio ove svolgeva pubbliche funzioni l’indagato, emergeva poi che lo stesso aveva loro richiesto il pagamento di somme per ottenere autorizzazioni amministrative che l’ente era competente a rilasciare e che lo stesso dirigente si era fatto direttamente pagare. Il danno rappresentato dall’appropriazione da parte del pubblico ufficiale di somme spettanti alla pubblica amministrazione, era ricostruito sulla base di un esame analitico di tutte le pratiche che il SUAP trattava annualmente circa 750. L’esame analitico svolto dai Carabinieri di Riccione in collaborazione con personale dell’UNIONE VALCONCA di 2415 procedimenti amministrativi gestiti dall’indagato nel periodo ricompreso fra il 2010 e il luglio 2014 consentiva di quantificare l’ammontare delle somme di cui si era indebitamente appropriato e stimate per difetto in 98.846,54 euro. Pertanto il dirigente veniva ritenuto responsabile del reato di cui all’art 314 comma 1 e 61 n.7 del codice penale perché quale dirigente responsabile dello sportello unico per le attività produttive dell’Unione Valconca in innumerevoli circostanze riceveva (ovvero ometteva di ricevere) somme di denaro contante e valori bollati in pagamento dei dovuti diritti di segreteria ed altri oneri accessori connessi al rilascio di autorizzazioni, concessioni ed altre pratiche amministrative di competenza dell’ufficio da lui diretto, distraendo le stesse per scopi personali causando un danno stimato in euro 98.846,54. Il giudice per le indagini preliminari dott. Fiorella Casadei emetteva un Decreto di sequestro per equivalente dei beni mobili, immobili, crediti, conti, depositi intestati all’indagato.

KKKKK
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