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Rifiuti, intesa gattopardesca col gran caldo alle porte

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“L’impressione è che, sotto sotto, si voglia solo prendere tempo”. Così, se nel Paese la produzione di bioenergia è cresciuta del 37% e quella di biogas del 60%, la Sicilia resta al palo. E c’è il rischio emergenza igienico-sanitaria

“Questa vicenda dei rifiuti ha tutta l’aria di un bluff. Che invoca un’operazione-verità. Perché il gran caldo è alle porte. E il limbo della commedia degli equivoci andata in scena, rischia di tradursi in emergenza igienico-sanitaria”. Così Cisl e Fit siciliane all’indomani del vertice a Roma tra Regione e ministero dell’Ambiente che, di fatto, ha aperto all’ennesima proroga al conferimento nelle discariche cosiddette a norma sul fronte della biostabilizzazione. A seguito dell’incontro a Roma, la Regione dovrà aumentare la raccolta differenziata e ridurre il gap infrastrutturale dell’Isola in fatto di smaltimento. Avrà dei tempi “sulla carta”, rileva il sindacato: da qui a settembre, per aggiornare il vecchio piano regionale; nei due mesi successivi per emanare i bandi di gara per la costruzione dei termovalorizzatori. Ma un contratto, osservano Cisl e Fit, è tale se prevede obbligazioni e penali. “Sono state previste sanzioni a Palazzo d’Orleans nel caso di (ennesimo) inadempimento regionale?”, si chiedono Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia e Amedeo Benigno, segretario della Fit siciliana. “Che succede – domanda il sindacato – se tra tre mesi il piano regionale dei rifiuti non dovesse ancora essere adeguatamente aggiornato? E che accadrà se entro novembre non dovessero essere pronti i bandi sui termovalorizzatori? Non è dato sapere”, sottolineano Fit e Cisl. Aggiungendo che “l’impressione è che, al di là delle parole, sotto sotto, si voglia solo prendere tempo, gattopardescamente. Fino a quando, più o meno tra un anno, in Sicilia si voterà”. Ma il cambiare qualcosa lasciando il mondo com’è, equivale a divaricare ulteriormente il gap che, in fatto di rifiuti, separa l’Isola dal resto del Paese, denunciano Fit e Cisl. Un ritardo pesante, incalza il sindacato rimarcando che “negli ultimi anni in Italia la produzione di bioenergia è cresciuta del 37%. Solo sul fronte del biogas, il balzo che il Paese ha registrato, è stato di oltre il 60%”. Insomma, altrove la valorizzazione energetica di rifiuti e scarti, funziona. “In Sicilia siamo al palo. E c’è il rischio che ci resteremo ancora per un po’”: lontani anni-luce, ricordano Fit e Cisl, dagli obiettivi Ue che stabiliscono che il 70% dei rifiuti urbani sia riutilizzato e che, entro il 2030, sia azzerato il collocamento in discarica dei materiali riciclabili. Ma il gran caldo è alle porte. E i tempi incerti dell’intesa romana, lamentano Fit e Cisl, potrebbero rivelarsi davvero troppo lunghi.

Com. Stam.

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