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Safar: viaggio in Medio Oriente. Vite appese a un filo. Fotografie di Farian Sabahi

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Dal 21 marzo 2019 al piano nobile di Palazzo Mazzonis il MAO Museo d’Arte Orientale presenta la mostra SAFAR: VIAGGIO IN MEDIO ORIENTE, VITE APPESE A UN FILO. Fotografie di Farian Sabahi.

Una sessantina gli scatti realizzati da Farian Sabahi in Libano, Siria, Iraq, Iran, Emirati Arabi, Azerbaigian, Uzbekistan e Yemen tra il febbraio 1998 e la primavera 2005 ed esposti per la prima volta.

Ciclo di incontri sulla letteratura mediorientale

Libano  23 marzo ore 11

“La casa era sull’orlo di una strada come sull’orlo del pianto, i vetri sul punto di scoppiare in singhiozzi”. Da questa epigrafe all’inizio del romanzo il lettore è introdotto in un’atmosfera di dolorose esperienze familiari nella città di Beirut. Qui trovano radici le inquietudini di una famiglia sconvolta dalle intransigenze del padre che, vittima del proprio passato, infierisce sul figlio maggiore, nel cui tormento sembra confluire tutto il male di vivere della casa. La sorella, voce narrante e voce del dialogo con il fratello poeta ormai rifugiato nella follia, ripercorre la storia dell’infanzia e della prima giovinezza fino al 1975, data che segna l’inizio della guerra civile. Una voce femminile, in grado di rendersi libera.

L’autrice: Vénus Khoury-Ghata è nata nel 1936 in Libano, dove ha trascorso la prima giovinezza studiando e iniziando la carriera giornalista la carriera giornalistica a Beirut. Sposa a vent’anni di un libanese, madre di tre figli, vive a Beirut fino 1973, quando si trasferisce a Parigi per un nuovo amore (un medico e ricercatore francese), una figlia, una nuova vita. Altre perdite, altre esperienze segnano la sua vita, ma sempre resta costante l’attività letteraria.

I libri:

Vénus Khoury-Ghata, La casa sull’orlo del pianto, Il leone verde, Torino, 2005 (traduzione di Gabriella Messi).

Vénus Khoury-Ghata, La casa delle ortiche, Il leone verde, Torino, 2006 (traduzione di Gabriella Messi).

Iraq 30 marzo ore 11

“Una casa non è solo muri, un tetto, un giardino e un terrazzo ma, piuttosto, un senso. Un senso che racchiude in sé svariati significati. Le residenze si moltiplicano, la casa resta una, ed è l’, in Iraq”. Così scrive l’autrice di Dispersi, un romanzo di cui è protagonista la giovane ginecologa Wardiya Iskandar. Dopo la laurea a Baghdad, viene destinata a Diwaniya, una cittadina a sud dell’Iraq. Ed è nostalgia il sentimento che le brucia dentro, lontana da casa e dai famigliari. Ed è quello stesso sentimento che le si agiterà dentro quando sarà costretta a lasciare l’Iraq.

L’autrice: Inaam Kachachi è nata nel 1952 a Baghdad. È scrittrice, giornalista e corrispondente per molti giornali arabi. Vive a Parigi dal 1979, dove ha ottenuto un dottorato in Storia del giornalismo alla Sorbona. Con Disperi ha vinto il Prix de la Littérature Arabe 2016 ed è entrata nella shortlist dell’International Prize for Arabic Fiction 2014, il più importante premio letterario del mondo arabo.

Il libro:

Inaam Kachachi, Dispersi, Francesco Brioschi Editore, Milano, 2018 (traduzione di Elisabetta Bartuli).

Iran 6 aprile ore 11

Vivere a Teheran oggi, con i problemi, i timori e le inquietudini che segnano il passaggio all’età adulta in un Paese dai contrasti ancora forti. Tre giovani donne che affrontano il futuro, lacerata dal dramma di non essere più come le madri e ancora molto lontane dalla vita delle figlie che le seguiranno. È questo il tema del romanzo di cui sono protagoniste tre giovani donne, la cui amicizia è nata nelle aule della facoltà di ingegneria dell’Università di Teheran. Sulla soglia dei trent’anni, si confrontano sulle scelte importanti dalle quali dipenderà il loro destino futuro.

L’autrice: giornalista e sceneggiatrice, Nasim Marashi vive a Teheran dove è nata nel 1984. Autrice di vari racconti, premiati a più riprese, e di fortunate sceneggiature cinematografiche, ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo, L’autunno è l’ultima stagione dell’anno, premiato come miglior libro dell’anno con l’assegnazione del premio letterario Jalal Al-e Ahmad.

Il libro:

Nasim Marashi, L’autunno è l’ultima stagione dell’anno, Ponte33, Roma, 2017 (traduzione di Parisa Nazari).

Com. Stam.

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