Teatro

Shakespeare Theatre Academy presenta L’uomo dal fiore in bocca e All’uscita di Luigi Pirandello

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Primo appuntamento il 10 novembre con la nuova stagione teatrale dell’accademia di Tony Colapinto In corso Calatafimi 382

Pirandello per cominciare, Neil Simon e tanti altri autori per continuare. Con l’obiettivo di portare in scena la prima rassegna teatrale completamente nata, sviluppata e presentata all’interno di una accademia di recitazione.

Il 10 novembre alle 21,15 (e in replica l’indomani alle 18 e alle 21,15) alla Shakespeare Theatre Academy in corso Calatafimi 382 a Palermo – accademia con rettore onorario Giancarlo Giannini – andranno in scena “L’uomo dal fiore in bocca” e “All’uscita” di Luigi Pirandello, regia di Matteo Contino. In scena Mario Clames, Domenico Stroppiana e Caterina Tarantino.

La prenotazione è obbligatoria fino esaurimento posti. I biglietti si possono comprare telefonando al 342 619 6119. Il botteghino dell’accademia-teatro è aperto tutti i giorni dalle 15 alle 20.

Per ulteriori informazioni il sito Internet è: www.shakespeareacademy.it/. La pagina Facebook da oltre 9.500 mi piace è: www.facebook.com/ShakespeareTheatreAcademy/.

La rassegna teatrale targata Shakespeare theatre academy continuerà il 15 e 16 dicembre con “Andy e Norman” di Neil Simon, il 26 e 27 gennaio con “Opinioni di un clown” di Heinrich Boll, il 23 e 24 febbraio con “Xanax”di Angelo Longoni e il 30 e 31 marzo con “Variazioni enigmatiche” di  Eric-Emmanuel Schmitt.

LE TRACCE DELLE DUE OPERE PIRANDELLIANE IN SCENA IL 10 E 11 NOVEMBRE.

L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA

È notte fonda. Un viaggiatore ha perso il treno e deve attendere il prossimo. La sua attesa è interrotta dalla conversazione con uno sconosciuto. C’è anche un terzo personaggio: è la moglie dello sconosciuto che lo segue di nascosto senza lasciarlo un istante. Lo sconosciuto rifiuta questa dedizione ostinata solo ostacolo al tentativo di dimenticare la sua imminente fine. Questa sua speciale condizione lo isola dagli altri, lo chiude in una severa solitudine. Egli vorrebbe poter dimostrare a se stesso che la vita è «sciocca e vana» così da renderne meno duro il distacco, ma ad ogni istante non fa che scoprirne la bellezza. Ecco il motivo della sua disperazione e della sua insofferenza; ecco il perché del suo fitto colloquiare che cela invero la sua tenace animosità e il suo rifiuto a instaurare con l’altro un autentico rapporto.

ALL’USCITA

All’uscita… in un cimitero s’incontrano le forme inquiete dei morti che, lasciati i loro corpi in disfacimento nelle tombe, prima di scomparire del tutto, riflettono tra loro su quello che furono, sul legame di sentimenti e di risposte che ancora attendono e che ancora li unisce alla vita. L’uomo grasso aspetta d’incontrarsi con la moglie che l’ha tradito. Il capelluto filosofo attende le risposte alle domande che lo hanno travagliato. Quand’ecco giungere un nuovo defunto: è la moglie dell’uomo grasso che ridendo come una pazza svela di essere stata uccisa dal suo amante. L’agghiacciante risata della donna s’interrompe trasformandosi in pianto disperato solo quando dopo aver dato da mangiare a un morticino i chicchi di una melagrana questi scompare. È forse il figlio che avrebbe voluto e che mai il suo ventre ghiacciato ha partorito. Nell’istante stesso del suo pianto scompare l’uomo grasso avendo in questo modo realizzato il suo ultimo desiderio. È dunque questo che tiene le anime sospese nel limbo del cimitero: la malia di Tanatos impedita da Eros non ancora sazio di vita.

Com. Stam.

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