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Università, abolizione del numero chiuso. Favorevole o contrario?

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Pescara, 12 settembre 2018: la pubblicazione settimanale del sito ProVersi.it entra nel merito del dibattito sul numero chiuso nelle università, riapertosi in seguito alla sentenza del Tar del Lazio dell’agosto 2017 che ha respinto la decisione dell’Università Statale di Milano di introdurre la formula del numero programmato per i corsi di laurea umanistici.
In Italia, l’accesso ai corsi universitari è regolato dalla legge 264/1999. Il Decreto Ministeriale n. 987 del 12 dicembre 2016 impone agli atenei determinati parametri da rispettare per tenere aperto il numero di iscritti, tra cui un numero non eccessivamente elevato di studenti per docente.

Per molti, il diritto allo studio, anche a livello universitario, deve essere garantito a tutti, anche in virtù del fatto che il numero di laureati nel nostro paese è in calo da molti anni: siamo penultimi in Europa per percentuale di laureati, seguiti solo dalla Romania.L’Università dovrebbe dare a tutti l’opportunità di iscriversi e applicare la vera selezione durante il corso di studio. Il sistema del numero chiuso porta a essere meno selettivi negli anni successivi, dal momento che le università potranno contare già su un numero definito e stabile di iscritti e assegneranno il diploma finale anche a chi non lo merita pienamente per evitare di avere sempre meno laureati.Superare il numero chiuso non significa, però, rinunciare a qualità ed eccellenza ma mettere sempre più studenti in condizione di usufruirne. Lo stesso principio vale anche per la Facoltà di Medicina, dove al test d’ingresso è possibile sostituire test valutazionali durante il corso, non basati, dunque, sulla cultura generale ma sull’acquisizione delle prime competenze.

Secondo il parere di altri, l’introduzione del numero chiuso in ogni facoltà rappresenterebbe non solo un modo per rispettare i parametri imposti dal decreto, ma anche una prima importante selezione meritocratica per l’ingresso alle facoltà. La qualità dei corsi sarà sempre maggiore se i professori non avranno troppi studenti da seguire. Inoltre, i test d’ingresso forniscono una prima reale occasione di acquisire consapevolezza sul percorso lavorativo da intraprendere. A ciò va aggiunto che accettare tutti non serve ad aumentare il numero dei laureati: in Italia solo 55 su 100 arrivano alla laurea, mentre il 18% abbandona dopo il primo anno, proprio perché sbaglia scelta.
Leggi la Discussione: http://proversi.it/discussioni/pro-contro/197-universita-abolizione-del-numero-chiuso
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Com. Stam. fonte ProVersi.i

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