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VIDEO: Il Magnetic Trio di Gianni Gebbia al Blue Brass di Palermo per la Fondazione The Brass Group


Illusioni polifoniche e risonanze di un folklore immaginario per il concerto del Magnetic Trio del noto sassofonista Gianni Gebbia che si è esibito il 5 gennaio al Blue Brass di Palermo per la stagione concertistica della Fondazione The Brass Group. In un’atmosfera vissuta come in un jazz club statunitense, l’improvvisazione è stata sicuramente la regina della serata grazie al virtuosismo impeccabile di Gebbia che ha creato un songbook personale al quale ha dedicato un trio dal nome appunto “Magnetic Trio”. Assieme ai due giovani musicisti siciliani, il contrabbassista Gabrio Bevilacqua ed il batterista Carmelo Graceffa, l’esibizione è stata il risultato di un’esplorazione di melodie e composizioni che lo stesso Gebbia ha maturato a partire degli anni Ottanta sino ad oggi e che sono basate su due elementi principali: da un lato l’utilizzo estensivo della respirazione circolare e delle influenze della propria terra più l’inserimento di suoni e tessiture provenienti dalle esperienze nel campo della musica improvvisata o del jazz classico. Il tutto, realizzato in un linguaggio strettamente jazzistico più che elettrico, o rock. Il noto sassofonista e compositore siciliano Gianni Gebbia ha infatti creato il trio nel 2013 con lo scopo di concentrarsi sulle proprie composizioni e melodie sviluppate in un lunghissimo arco di tempo, attraversando le esperienze musicali più disparate: dal folk alla world music, dall’improvvisazione radicale al jazz contemporaneo. Nel Magnetic Trio vi è una speciale attenzione proprio sui moduli ipnotici e ripetitivi accanto allo sviluppo di melodie derivanti dalla tradizione musicale delle isole del mediterraneo. Ricordiamo inoltre che, classe 1961, siciliano di Palermo, ma oramai da molti anni cittadino del mondo, Gebbia è una delle più belle realtà del jazz europeo. Nei primissimi anni Ottanta lo troviamo già attivo sul versante della musica creativa incidendo alcuni album di notevole livello. E su questa strada proseguirà negli anni successivi tanto da essere considerato, oggi, uno dei personaggi di maggior rilievo nell’ambito della musica improvvisata. Egli stesso dichiara che ha iniziato ad avvicinarsi al jazz sin da ragazzino grazie alla collezione di dischi della madre che era una grande appassionata di jazz che, a sua volta, aveva conosciuto tramite lo sbarco in Sicilia dell’esercito americano. Successivamente l’ascolto dal vivo dei più grandi jazzisti dell’epoca al Jazz Club del Brass Group . Il club Brass a quei tempi si trovava infatti a pochi passi dalla casa dei genitori. Qui, l’artista palermitano, ebbe modo di vedere più di una volta e con regolarità gente come Ornette, Dexter Gordon, Lee Konitz, Sun Ra, Art Ensemble of Chicago, Charles Mingus, Antonello Salis, Franco D’Andrea ed altri ancora. Durante l’esibizione al Blue Brass – Ridotto dello Spasimo si intravedono così i sounds delle esperienze dei jazzisti americani dovute ad un imprinting indelebile a livello di creatività, attitudine e concezione più che sull’estetica.

Rosanna Minafò

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